“Abbiamo sottratto la Formazione alla politica”. Con queste parole, orgogliosamente pronunciate in conferenza stampa, l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale ha “battezzato” la presentazione definitiva delle graduatorie dell’Avviso 20. Il mega-bando della Formazione, sottratto dai capitoli del bilancio regionale e spostato interamente sul Fondo sociale europeo.
Ma davvero la politica è stata “esclusa” dal controllo degli enti? A dare un’occhiata sulla suddivisione delle somme previste dall’Avviso, infatti, non è che emergano “epocali” differenze col passato.
A farla da padrone, infatti, sono sempre i soliti. Lo Ial Sicilia, ad esempio, riceverà 28 milioni di euro per i suoi corsi. L’ente, controllato dalla Cisl fino a pochi mesi fa, oggi è nell’orbita di un gruppo di esponenti del Pd dell’area di Innovazione. E per restare in tema, due degli enti maggiormente graditi all’ex segretario regionale dei democratici Francatonio Genovese, sono ancora tutti lì. Se la Lumen di Messina infatti riceverà circa un milione di euro, più del triplo andrà all’Aram. Nel primo dei due enti, tra i soci figura anche la cognata di Genovese, moglie di un altro deputato del Pd, Franco Rinaldi. Per restare nel Messinese, 2,7 milioni andranno all’Ancol, ente “sponsorizzato” dal sindaco della città dello stretto, il pidiellino Giuseppe Buzzanca.
Ma per tornare ai giganti dell’Avviso 20, ecco il Cefop. Ente dato per “spacciato” a metà luglio. Tagliato fuori inizialmente dal Prof del 2011 per la mancanza del Durc, oggi è sottoposto alla “cura” di tre commissari straordinari, che stanno mettendo in sesto l’ente. E sono riusciti, oltre a recuperare i dodici milioni del prof dell’anno scorso, ad assicurarsi, nel nuovo bando, la somma di 24,6 milioni.
Altri 21 milioni andranno invece all’Anfe sicilia, mentre all’Enfap, ente controllato dalla Uil toccherà una fetta di circa 13,7 milioni. Tra gli enti maggiormente finanziati spiccano anche la “Oda”, un ente dell’Opera diocesana, e soprattutto la catanese Strec, che incasserà circa 6 milioni di euro.
Tra gli enti più “ricchi”, poi, eccone un paio considerati vicini all’Mpa. Dall’Enaip, che conterebbe sul “gradimento” di un big come Lino Leanza e che riceverà con l’Avviso la somma di circa 6,5 milioni (e altri 4,5 milioni andranno alla sede di Messina), all’Efal. Un ente, quest’ultimo, tristemente ricordato in passato per la presidenza di Giuseppe Liga, in carcere con l’accusa di essere il successore del boss Salvatore Lo Piccolo. Al di là della vicenda che riguarda Liga, però, va ricordato che uno dei fedelissimi di Raffaele Lombardo, Carmelo Reale, è stato presidente fino a poco tempo fa. Reale fu capo del personale al comune di Catania con Lombardo vice sindaco e capo del personale alla provincia con Lombardo presidente. Presidente della sede catanese dell’Efal è stato anche Marco Belluardo, ex assessore Mpa a Catania, candidato alle regionali con gli autonomisti e nominato da Lombardo presidente di Sviluppo Italia Sicilia. Senza dimenticare il caso di Fortunato Romano, eletto con l’Mpa ma costretto inizialmente, dopo il ricorso del collega Santi Catalano, a lasciare lo scranno a causa proprio della carica di presidente dell’Efal.
Vicino al Pd (e sopratutto alla Cgil), invece, è storicamente l’Ecap di Palermo, che riceverà 4,2 milioni. In passato l’ente era “sponsorizzato”, in particolare, dal deputato Gaspare Vitrano, finito ai domiciliari per un’inchiesta sulle concessioni nel settore del Fotovoltaico. Sempre a Vitrano era stato in passato accostato l’Anapia, che dall’Avviso 20 ricaverà 2,2 milioni. Vicino a Fli, e in particolare a Carmelo Briguglio, il Cufti, che riceverà circa due milioni.
Insomma, quanto basta per sollevare qualche dubbio sull’effettiva estromissione della politica dal settore della Formazione. Un dubbio che, ad esempio, è stato esternato dal deputato del Pd Pino Apprendi (nella foto): “Leggo con sorpresa – ha detto – le dichiarazioni dell’assessore Centorrino e di Lombardo, i quali dicono di avere ‘liberato la formazione professionale dalla politica’: ma ci prendono in giro? Come si fa a dire che la politica non è più dietro la formazione? Tranne poche ‘mosche bianche’, dietro quasi tutti gli enti ci sono politici, partiti, parlamentari, ex parlamentari o aspiranti parlamentari: gli stessi che in questi anni hanno gonfiato gli organici e che ora tentano di passare per vittime. Purtroppo – aggiunge Apprendi – la formazione è stata usata per troppo tempo come bancomat clientelare, e la riforma del settore non è quella che avremmo voluto e che avrebbe permesso, finalmente, agli operatori di lavorare con professionalità e certezze sul loro futuro. La strada da fare in questo settore è ancora lunga – ha concluso – nonostante ciò che dicono Lombardo e Centorrino”.