PALERMO – Arriva una condanna al processo di appello per la rissa culminata nell’omicidio di Paolo La Rosa, davanti alla discoteca “Millennium” di Terrasini. La Corte di appello ha inflitto sei mesi a Rosario Namio, che in primo grado era stato assolto.
La famiglia di Paolo, al di là della pena inflitta, tramite l’avvocato di parte civile Toni Palazzotto, fa sapere di essere “soddisfatta, avendo sempre ritenuto che Namio avesse colpito con calci e pugni il giovane in occasione dell’omicidio commesso dai cugini Filippo ed Alberto Mulè”.
Quest’ultimo recentemente è stato condannato dalla Corte di assise a 16 anni. La sentenza è stata impugnata dalla Procura di Palermo secondo cui, l’imputato meritava l’ergastolo. La Corte ha però escluso l’aggravante dei futili motivi.
I parenti della vittima e i Comuni di Cinisi e Terrasini sono rappresentati anche dagli avvocati Salavatore e Michele Palazzolo. Fu Mulè ad accoltellare La Rosa, nel febbraio 2020 all’uscita della discoteca, ma ha sempre detto di avere agito per difendersi. Una telecamera riprese gli ultimi istanti di vita del ragazzo.
“Ha tagliato la giugulare a giro”, così è stato ucciso Paolo. Aveva 21 anni.
Adesso il pubblico ministero, seguendo le indicazioni del giudice, dovrà formulare l’accusa di concorso in omicidio per Mulè. Non è detto che la sua posizione venga riunita a quella del cugino, Alberto Pietro, in Corte d’Assise, visto che sarà necessario del tempo comunque per rinotificare l’avviso di conclusione delle indagini e celebrare una nuova udienza preliminare.