"Abbiamo fatto chiarezza, adesso rilanciamo il Pd" - Live Sicilia

“Abbiamo fatto chiarezza, adesso rilanciamo il Pd”

Il segretario regionale, Anthony Barbagallo, fa il punto dopo la direzione di ieri.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – Il day after della direzione regionale del Pd, il segretario Anthony Barbagallo lo passa nel segno della tranquillità. Un caffè nel solito bar della sua Pedara, una passeggiata a Taormina e un po’ di calcio in Tv. I numeri hanno fatto chiarezza e consegnato un nuovo quadro del partito siciliano che vede contrapporsi una maggioranza e una minoranza. Adesso si gioca la sfida più importante: rilanciare il partito. 

Segretario, alla fine i numeri in direzione le hanno dato ragione… 

Non sono stati una sorpresa, era nell’aria. La narrazione che qualcuno ha voluto fare passare sui social o attraverso alcuni comunicati stampa è che c’era un partito nella bufera. Ieri semplicemente si è creata una maggioranza e una minoranza (che conta 14 voti in direzione) che rispetteremo con la quale ci sarà un confronto franco e schietto negli organismi. Ma è chiaro che ieri si è aperta una fase nuova, è finita la fase unitaria. Come spesso è accaduto nella storia del partito c’è una maggioranza e una minoranza. La stagione dell’unanimismo è finita, la nuova fase ci consentirà di creare un dibattito interno che, a mio avviso sarà proficuo nell’interesse del partito. Non solo, ma la direzione di ieri è stata anche l’occasione per una discussione partecipata. Una direzione a porte aperte dove chi lo ha ritenuto è intervenuto e che ha visto anche la presenza di alcuni protagonisti dell’esperienza dei ‘Cento Passi’ segno di un partito che si apre.

La minoranza però dice che lei ha liquidato l’analisi della sconfitta in maniera frettolosa… 

E’ stato un dibattito approfondito di otto ore, se qualcuno ha voglia di approfondire e intavolare ulteriori dibattiti io sono a disposizione. 

Che cosa prevede la road-map dei prossimi giorni? Come si rilancia il partito democratico?

In primo luogo serve “una segreteria di fase” per rilanciare il partito. Il tema è quello di rigenerare il partito partendo dai giovani, dalle forze fresche, da una presenza femminile sempre più marcata, dall’attualizzazione di alcune questioni, dalle battaglie che ha fatto il Pd. Gli elettori ci hanno collocati all’opposizione a Palermo a Roma. Quindi eserciteremo con tenacia e determinazione questo ruolo, ma l’obiettivo è quello di una fase complessiva di partecipazione. Dobbiamo dare sempre più valore all’iscritto, alla sua presenza nel partito, alla sua partecipazione e lavorare sulla costruzione condivisa e partecipata della linea politica dalle piccole alle grandi questioni del partito.

Adesso la mucca in corridoio è diventata un toro. Come si organizza l’opposizione al centrodestra a Palermo e Roma partendo dai temi?

A Palermo evitando gli errori del passato. L’insediamento del gruppo parlamentare all’Ars nel 2012 e nel 2017 fu traumatico per il Pd come è stato narrato bene dai quotidiani siciliani di quei giorni a causa di fratture e divisioni all’interno del gruppo parlamentare. L’obiettivo è quindi quello di arrivare a una soluzione condivisa e iniziare con il piede giusto un’opposizione ferma, tenace e determinata. A Palermo come a Roma. 

Lei ha individuato nel tradimento dei 5 stelle l’elemento principale che ha portato alla sconfitta delle regionali. Ci sono i margini per ricucire con i pentastellati in vista di una legislatura che vi vedrà insieme all’opposizione?

Credo che ieri nell’ampio dibattito sull’analisi del voto sia stata una sensazione condivisa quella di avere perso le elezioni non il 25 settembre, ma il 23 agosto quando si è rotto l’accordo con i 5 stelle nonostante le primarie (che consideravamo un modo per mettere nella cassaforte l’alleanza a prescindere da chi le avesse vinte). Ma la frattura è troppo grave e ne abbiamo parlato troppo poco. Penso agli elettori traditi: è un argomento che trasuda amarezza e rabbia. Avevamo la vittoria a portata di mano: è stata una scelta scellerata. Non si può dimenticare un tradimento di questa portata, che porterà sempre diffidenze reciproche nel rapporto con i 5 stelle, ma l’obiettivo per i prossimi anni per il Pd resterà sempre quella di costruire l’alternativa per battere la destra. 

E lei che farà? Staccherà il biglietto per Roma? 

Io farò quello che sarà più utile per il partito. 

Il prossimo anno si voterà anche a Catania. Prima si dovrà colmare il vuoto lasciato dalle dimissioni dell’ex segretario provinciale. Che farete?

Nella fase di rigenerazione del partito uno degli aspetti più importanti sarà quello di garantire un’organizzazione efficiente e funzionale e definire una proposta politica chiara nelle federazioni che in questo momento hanno soltanto delle gestioni provvisorie a seguito delle dimissioni dei segretari provinciali. Mi riferisco in particolare a Catania e di Siracusa, le due città più importanti chiamate al voto la prossima primavera. Ho già sentito i due presidenti provinciali, Ersilia Saverino e Paolo Amenta. Si dovrà lavorare per arrivare a una decisione quanto più possibile condivisa all’interno delle assemblee provinciali all’insegna di alcune parole d’ordine.

Quali?

Rilancio del Pd, presenza politica, radicamento sul territorio, capacità di costruire una proposta di rilancio per il governo di due città prestigiose. Sarò impegnato personalmente nella definizione di una proposta ampia e condivisa e il commissariamento resterà soltanto un’ipotesi residuale nel caso in cui in assemblea provinciale non si riescano a trovare delle soluzioni condivise.


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