Partinico, i funerali di Patinella: "Una preghiera non si nega mai"

Partinico, i funerali di Patinella: “Una preghiera non si nega mai”

Le esequie dell'autore del femminicidio che si è tolto la vita.
L'OMICIDIO-SUICIDIO
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I funerali di Salvatore Patinella, l’uomo che a Villabate ha ucciso Giovanna Bonsignore, la sua ex compagna, e poi si è tolto la vita, sono stati celebrati da monsignor Salvatore Salvia, arciprete della parrocchia Maria Santissima Annunziata, la chiesa madre di Partinico.

“Non bisogna mai negare la preghiera – dice don Salvatore -. Io non conoscevo questo ragazzo, so che lavorava a Partinico, come operatore socio sanitario. Mi ha colpito molto il fatto che la chiesa fosse piena, con tanta gente in lacrime. C’era un silenzio pesante, quasi nessuno rispondeva alla Messa. Ho visto la mamma e i familiari affranti. Anche loro stanno soffrendo moltissimo. No, una preghiera non si nega a nessuno. Il fatto resta gravissimo, fonte di un inenarrabile dolore. Non sappiamo qual è il mistero della mente umana, non sappiamo cosa sia passato nella testa di quest’uomo che si è reso responsabile di una azione tremenda. Sappiamo che la Chiesa deve essere consolazione, come una spalla su cui ci si può poggiare per essere accolti”.

E’ un altro passaggio di una vicenda terribile che, secondo la cronaca fin qui disponibile, reca i segni di un atroce canovaccio. Un uomo che non si rassegna alla fine di una relazione e che massacra, ferocemente, una donna.

Ieri, sono stati celebrati, a Villabate, i funerali della vittima, Giovanna Bonsignore, una ragazza molto attiva nel volontariato, dal cuore grande e benvoluta da tutti. C’era una maglietta rossa sulla bara. “Noi siamo qui per condividere un grande dolore della famiglia di Giovanna ma che appartiene alla a tutta la cittadinanza alla comunità intera – ha detto nell’omelia il parroco di San Giuseppe, Alessandro Spera –. Non è mai accettabile non ci può essere alcun motivo non ci può essere alcuna giustificazione per togliere la vita a qualcuno. Un rapporto che si basa sulla violenza fisica o psicologia non può essere chiamato amore. Mai si era sentito a Villabate di una tragedia simile. Per questo ritengo che c’è un prima e un dopo. Calco la mano su quest’aspetto perché prima di pensare a come andare avanti dopo questa tragedia dobbiamo pensare come andiamo avanti adesso”. (Roberto Puglisi)


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