PALERMO – Ci sono 259 lavoratori dell’ex Grande Migliore a Palermo che attendono di poter aggredire il patrimonio gestito dalla curatela fallimentare. Ma per raggiungere questo obiettivo chiedono l’approvazione di una delibera, presentata dalla giunta al Consiglio Comunale.
È quella che consentirebbe all’acquirente del bene di completare i lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo (in via Buzzanca) ed uno di superficie (in via Mandalà, angolo via Regione), di una passerella e di un’area commerciale. Le opere sono per l’80 per cento completate. Ma il cantiere è abbandonato da anni. E, in queste condizioni, il bene non è appetibile per gli acquirenti. Due aste sono andate deserte.
Il curatore fallimentare chiede adesso di integrare la convenzione, allora sottoscritta dalla ditta Migliore, e di confermare l’autorizzazione in variante allo strumento urbanistico che nel frattempo è scaduta. Due anni fa la delibera era stata bocciata dal Consiglio Comunale. Ma in mezzo ci sono state le elezioni. Le opposizioni di allora sono oggi maggioranza. Ed il cambiamento di posizione negli scranni di Sala delle Lapidi ha modificato le prospettive. Lo ha spiegato, oggi in aula, per Forza Italia Leopoldo Piampiano.
A confermare la loro astensione sono i due consiglieri di Oso (Ugo Forello e Giulia Argiroffi). Non hanno cambiato opinione il Partito Democratico (Rosario Arcoleo), Progetto Palermo (Massimiliano Giaconia) e Movimento Cinquestelle (Antonio Randazzo) che propendono per accogliere la delibera. Anche se da molti è arrivato un giudizio non lusinghiero sul progetto del 2007 (definito un “obbrobrio”).
Il dibattito è avvenuto alla presenza di tre assessori della giunta Lagalla: Maurizio Carta (Urbanistica), Giuliano Forzinetti (Attivita Produttive) e Sabrina Figuccia (Turismo e Sport). I rappresentanti della giunta saranno presenti anche domani mattina, quando il Consiglio comunale si riunirà e potrebbe arrivare al voto. Il crac del Gruppo Migliore risale al 2011. Ne è nato un processo per bancarotta fraudolenta. Le opere facevano parte di un intervento che rientra nel Prust, il Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio.