LAMPEDUSA (AG) – La procura di Agrigento, con il capo facente funzioni Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul ritrovamento del cadavere dell’ivoriano 56enne recuperato ieri, a circa 6 miglia dall’isolotto di Lampione, da un pattugliatore della Guardia di finanza.
L’identificazione
L’uomo, in avanzato stato di decomposizione, è stato identificato grazie al passaporto che aveva in tasca. Non è chiaro come e quando l’ivoriano sia finito in mare.
Naufragi di migranti
Sono almeno due i naufragi di barchini segnalati da inizio mese e in quelle circostanze vennero recuperati i cadaveri di un bambino di un anno e mezzo e di una donna, entrambi ivoriani.
“C’erano più persone in acqua”
“C’erano più persone in acqua, tanti rischiavano di annegare. Attorno a loro c’erano diversi pescherecci tunisini che cercavano di salvarli”. E’ il racconto di molti dei 45 migranti, fra cui 11 donne e 4 minorenni, soccorsi da militari della Guardia di finanza mentre, con un barchino di ferro di 7 metri, salpato ieri alle 8 da Sfax, facevano rotta verso Lampedusa. Il gruppo, composto da congolesi, ivoriani, gambiani, guineani e malesi, ha riferito che le persone in mare sono state viste “durante la loro navigazione, intorno alle 15” di ieri. Tutto dovrebbe essere avvenuto dunque in acque tunisine. Prima dei 45, sul molo Favarolo di Lampedusa erano giunti, dopo un soccorso effettuato dalla motovedetta Cp290, altri 42 uomini originari di Burkina Faso, Gambia, Guinea, Liberia, Mali e Senegal. Il barchino usato per la traversata è salpato da El Amra, in Tunisia. Ciascuno avrebbe pagato 2mila dinari per il viaggio. Salgono a 12, a partire da mezzanotte, gli approdi a Lampedusa con un totale di 438 persone.