TORINO – Così ha risposto alla stampa il leader del Pd Pierluigi Bersani, al termine della visita al nuovo campus universitario di Torino, in merito alle previsioni sulle prossime alleanze e alle ipotesi sulla futura squadra di governo. Innanzitutto annuncia che, al prossimo congresso, non si ricandiderà più a segretario. Bisogna pensare alle primarie del 25 novembre per scegliere il candidato progressista, alle quali, ha detto, potrebbero partecipare fino a 3 milioni di elettori.
Un’occasione per rinnovare il partito e non per fare “bilance o bilancini”. Quindi a chi gli ha chiesto se farebbe Renzi ministro nel caso in cui diventasse presidente del Consiglio, Bersani ha risposto che ci sono tanti sindaci che sono enormi risorse per il Pd. A Vendola che gli chiede di scegliere tra lui e Casini, il segretario del Pd replica che bisogna dialogare con i centristi per non far vincere le prossime elezioni a Lega e Pdl.
Bersani ha parlato poi di legge elettorale. Contrario al Porcellum, si dichiara pronto a votare un compromesso, se solo il Pdl non cambiasse proposta ogni giorno. Pone solo alcune condizioni: un consistente premio di governabilità (il 12,5%), parità di genere (riapre quindi la discussione sulle quote rosa), sbarramento al 5%. Ma lascia irrisolta la questione delle preferenze per il parlamentari.