PALERMO – In tremila sono in partenza tra oggi e domani dalla Sicilia per partecipare a Roma, a piazza San Giovanni, alle 15.30, alla manifestazione nazionale per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare.
La manifestazione
La manifestazione è indetta da più di 100 associazioni e reti tra cui la Cgil. Dall’Isola si muoveranno giovani, donne, lavoratori e lavoratrici, anziani, disoccupati. Con due treni da Palermo (alle 18.48 di oggi) e altrettanti da Catania (partenza alle 20.26), raccogliendo lunga le tratte persone dalle altre province. I manifestanti partiranno anche con 11 pullman dedicati e due di linea, automobili, furgoni, aerei. “E’ una Sicilia che vuole fare sentire la sua voce”, dice il segretario generale della Cgil regionale, Alfio Mannino. “Il governo inverta la rotta dell’antimeridionalismo che sta esprimendo e si faccia carico del superamento dei problemi della Sicilia e del Mezzogiorno. Il Paese riparte se riparte il Mezzogiorno – sottolinea Mannino – se si afferma un nuovo modello di sviluppo. La sfida parte quindi da qui è da qui che occorre intraprendere ‘la via maestra’ dell’applicazione della Costituzione”.
“Monito per il governo regionale”
In preparazione della manifestazione si sono svolte assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e iniziative tematiche sulla lotta al precariato, la tutela dell’ambiente, l’istruzione e lo sviluppo delle aree interne. La Sicilia sarà a Roma per rivendicare lavoro stabile e di qualità, diritto alla salute e all’istruzione, diritto a vivere in un ambiente sano, per la pace, per la giustizia sociale, per dire no all’autonomia differenziata e per salvaguardare la centralità del Parlamento. “La mobilitazione dei siciliani – aggiunge Mannino – sia un monito anche per il governo regionale, che non può continuare a ignorare i bisogni dei siciliani e non può continuate per ragioni di schieramento politico ad avallare provvedimenti contro la Sicilia come l’autonomia differenziata o il dimensionamento scolastico”.