PALERMO – Quattro arresti per la rissa culminata nell’omicidio di Francesco Bacchi, morto a 19 anni lo scorso gennaio davanti alla discoteca “Medusa” di Balestrate. Tre maggiorenni finiscono agli arresti domiciliari, un diciassettenne è stato collocato in comunità.
La rissa e l’omicidio di Francesco Bacchi
Secondo la ricostruzione della Procura ordinaria e di quella per i minorenni, Alessio Greco, 20 anni, Bernardo Ferro, 20 anni, Gaetano Lo Giudice, 19 anni, e il minorenne facevano parte dei due gruppi che si scontrarono all’esterno del locale. I quattro nulla c’entrano con la morte di Bacchi (fu un coetaneo, Andrea Cangemi, a provocare la morte del giovane) ma la contestazione è aggravata proprio perché è nel corso della rissa che il Bacchi rimase ucciso.
“Mi sono difeso”
Anche Cangemi, arrestato la mattina del 14 gennaio per omicidio preterintenzionale, si trova ai domiciliari. “Mi sono difeso, non volevo ucciderlo, mi dispiace per quello che è successo”, aveva spiegato al giudice. La Procura ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame. Ritiene che Cangemi meriti di stare in carcere. L’esito è atteso nei prossimi giorni.
Il video
Il video di una telecamera di sorveglianza, acquisito dai carabinieri del Reparto operativo di Palermo e della compagnia di Partinico, ha ripreso la scena. Si vedono Bacchi e Cangemi (il primo precede il secondo di qualche metro) in strada verso le tre di notte. Scoppia una rissa fra più persone. Bacchi colpisce alle spalle con due schiaffi Cangemi che reagisce con un calcio. Bacchi cade per terra. Sta per rialzarsi e viene colpito con un secondo calcio. L’autopsia ha rilevato gravi traumi al torace e alla testa, anche causati dalla caduta.
Cangemi aveva spiegato che nulla era accaduto in discoteca. Le immagini però mostrano l’agitazione di alcuni ragazzi mentre camminano in strada, come se qualcosa fosse avvenuto prima di uscire dal locale. Nei giorni scorsi è arrivato il no alla celebrazione di un nuovo funerale. Il Tar Sicilia ha respinto la richiesta di sospendere il provvedimento del questore di Palermo che motivi di ordine pubblico aveva vietato i funerali pubblici. Alla decisione del Questore si era opposta la madre del giovane che ha presentato un ricorso al Tar di Palermo e iniziato una raccolta firme per far celebrare il funerale pubblico al figlio.