PALERMO – Comunicazione delle presenze entro 24 ore dall’inizio delle lezioni giornaliere e ispezioni quasi a tappeto. Parte la stretta sulla Formazione professionale.
Di proroga in proroga i controlli sulla frequenza dei corsi rischiava di iniziare a lezioni finite, visto che la stragrande maggioranza è arrivata al capolinea. Il 31 dicembre scorso, su richiesta delle associazioni che rappresentano gli enti, un decreto del dirigente generale dell’assessorato regionale, Anna Rosa Corselli, aveva stabilito che “la decorrenza dei termini per l’inserimento a sistema dei dati attinenti i registri delle presenze degli allievi è prorogata al 31 gennaio 2013”. Era la terza proroga dal mese di maggio.
Il sistema a cui si fa riferimento è quello denominato Faros che prevedeva la registrazione delle presenze in aula entro tre ore e non più entro tre giorni dall’inizio giornaliero delle lezioni. Se prima, infatti, la Regione finanziava i corsi con i soldi dell’Unione europea sulla base delle spese sostenute dagli enti, indipendentemente dall’effettivo lavoro svolto, la prospettiva è quella di passare ai pagamenti basati sul numero di allievi. Meno iscritti e meno soldi per l’ente, il cui budget verrebbe ridotto in percentuale rispetto all’unità di costo standard fissata intorno a quota 129 ad ora per un corso con quindici allievi. In questa maniera si eviterebbe il cosiddetto fenomeno dei sottosoglia. Ovvero quei corsi che hanno un numero di allievi inferiore al 50 per cento di quelli previsti, ma che sono stati pagati a prezzo pieno dalla Regione.
L’assessore Scilabra dalle nostre pagine, l’8 gennaio scorso, aveva annunciato “che il termine della proroga, fissato al 31 gennaio dal Dipartimento, deve essere considerato definitivo. Non ci saranno più proroghe. Pertanto dal mese di febbraio, gli enti dovranno certificare le presenze degli studenti entro tre ore”.
In realtà le tre ore sono diventate ventiquattro. In assessorato confermano che il sistema Faros fa acqua da tutte le parti. I problemi tecnici c’erano e restano. Gli enti nel corso di alcuni incontri con l’assessore hanno sostenuto che il mancato caricamento dei dati dipenderebbe dall’inefficienza del sistema, pagato dalla Regione e mai entrato in funzione a pieno regime. E in parte con la nuova direttiva l’assessore, da un lato, asseconderebbe gli enti che chiedono più tempo. Dall’altro, però, annuncia che i controllori passeranno da settanta a 140 unità. Come dire: più tempo per inserire i dati, ma vigilanza più serrata.
“Come promesso nessuna ulteriore proroga – spiega l’assessore Scilabra – viene concessa agli enti per il controllo delle presenze degli allievi in aula. I controlli saranno effettuati portando da 72 a 24 ore il termine entro cui comunicare – aggiunge – le presenze in aula e aumentando dal 50 al 70 per cento il numero minimo dei corsi controllati dalle unità periferiche operative”.
Secondo alcuni addetti ai lavori, però, il nuovo sistema di verifiche potrebbe non bastare a stanare i corsisti fantasma. Ci sono enti che hanno svolto sempre l’attività in piena regola. Altri avrebbero fatto i furbi.