Erosione a Catania, l'allarme: "Persi 200 metri di costa" - Live Sicilia

Catania, allarme erosione: “In 20 anni persi quasi 200 metri di costa”

La nota della Lipu: a rischio l'ecosistema del Simeto

CATANIA – La costa sabbiosa del golfo di Catania arretra. Secondo una nota della Lipu, la Lega italiana protezione uccelli, il mare ha eroso negli ultimi 20 anni fino a 200 metri di linea costiera, soprattutto nella zona della foce del Simeto. Tra le cause, le dighe sul fiume che impediscono l’arrivo in mare di sedimenti.

Il pericolo, sostiene Lipu, è che il mare arrivi a minacciare abitazioni e infrastrutture. In più l’erosione mette a rischio l’ecosistema del Simeto e quello costituito dalle dune costiere, con un pericolo per le specie animali che vivono sulla linea sabbiosa a sud di Catania.

Erosione a Catania: le cause

La principale causa dell’erosione costiera individuata dalla Lipu è la “mancanza di trasporto solido”. Il fiume Simeto ha trasportato per anni detriti e terra verso la foce. La formazione della piana alluvionale di Catania è dovuta proprio a questo movimento di sedimenti, che aveva fatto avanzare la linea di costa.

Questo meccanismo si è inceppato a causa delle dighe sugli affluenti del Simeto. La Lipu cita la diga Ogliasto sul Gornalunga, la Nicoletti sul Dittaino, la Sciaguana sull’omonimo corso d’acqua affluente del Dittaino, la Pozzillo sul Salso, la Ancipa sul Di Sotto Troina e la Traversa di Ponte Barca, proprio sul Simeto.

Le dighe hanno di fatto bloccato la discesa di sedimenti a valle del Simeto. Senza il continuo rifornimento di terra e altri materiali il mare ha eroso la costa a sud di Catania, facendola arretrare.

Le conseguenze

La continua erosione del mare e la portata ridotta del Simeto, causata dai prelievi d’acqua e dalle scarse piogge, hanno causato diversi problemi all’ecosistema costiero. La riduzione della profondità costiera, si legge nella nota Lipu, comporta la diminuzione del sistema di dune sabbiose, in cui vivono piante e animali specializzati.

Tra le specie a rischio la Lipu cita il Fratino, un uccello costiero che nidifica tra le dune. Alla riduzione dell’ecosistema, scrive Lipu, “si aggiungono delle pratiche illegali e illogiche quali il motocross, i quad, la balneazione ovunque anche nella riserva naturale, la pulizia meccanica e quella manuale, fatta da persone ed associazioni inconsapevoli del danno che si produce a questa specie”.

A proposito della pulizia delle spiagge, Lipu scrive che durante la nidificazione del Fratino, da marzo a luglio, la rimozione di rifiuti può creare danni alla popolazione di uccelli.

“Alcune associazioni – si legge nella nota – continuano imperterrite ad organizzare pulizie senza pensare che il danno alla specie/ecosistema è di gran lunga maggiore della presenza di qualche bottiglia o pezzo di plastica (che non crea alcun disturbo al Fratino), che possono venire tolti prima o dopo il periodo di nidificazione”.

La scarsa portata del Simeto

L’associazione sottolinea poi che da alcuni anni il Simeto non sfocia a mare per diversi mesi l’anno, trasformandosi in un torrente con tratti in secco. La Lipu individua tra le cause del problema le concessioni per prelievi d’acqua e i prelievi abusivi, di gran lunga superiori alla portata.

La conseguenza è che “si sta distruggendo un ecosistema completo”: la capacità del fiume di alimentare le falde sotterranee, di ridurre picchi di piena grazie alla vegetazione, di creare le condizioni alla foce necessarie per la riproduzione dei pesci. Il pericolo inoltre è per gli animali che vivono nell’habitat del fiume.

La richiesta dell’associazione riguardo al pericolo per il Simeto è dunque di “rivedere le concessioni e contrastare i furti d’acqua”.


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