Catania Ordine infermieri si voterà, il Tar: "Difetto di giurisdizione"

Ordine degli Infermieri, si va al voto. Il Tar: “Difetto di giurisdizione”

Dopo le denunce, a pronunciarsi dovrà essere una commissione

CATANIA – Le elezioni dell’Ordine degli infermieri si svolgeranno regolarmente. Il Tar di Catania, che inizialmente aveva sospeso la competizione elettorale, adesso si è espresso in senso opposto. I giudici hanno respinto il ricorso della lista esclusa, “Ordiniamoci”, affermando un difetto di giurisdizione.

Per il tribunale amministrativo la materia, l’ammissione o meno delle liste alle prossime elezioni dell’Ordine, non è propria competenza, ma competenza della Ceps, la commissione esercenti professioni sanitarie. E per i firmatari del ricorso, nel breve periodo, questo rischia di chiudere la partita.

I termini della Ceps

“I termini della Ceps sono lunghissimi – afferma il dottore Salvatore Vaccaro, infermiere candidato della lista “Ordiniamoci”, esclusa dalle elezioni – e questo significa che di fatto si svolgeranno le elezioni. Chi ha bocciato la nostra lista sarà l’unico candidato e vincerà”.

Quanto al giudizio della Ceps… “arriverà forse quando la prossima ‘legislatura ordinistica’ sarà agli sgoccioli, se non conclusa – prosegue -. Ma potrebbe anche non arrivare mai, perché se la legislatura finisse, cesserebbe la materia del contendere”.

Il pronunciamento

Il verdetto è stato pronunciato dalla quinta sezione del Tar, presieduta dal giudice Agnese Anna Barone, estensore Giuseppina Alessandra Sidoti. “Noi andremo avanti, faremo ricorso alla Ceps – afferma Giuseppe D’Angelo, infermiere della lista “Ordiniamoci” -. Non ci fermiamo. Continueremo presso gli enti competenti a ripetere e portare avanti la nostra posizione”.

Una posizione netta, insomma, ancora una volta dopo che la notizia ha fatto il giro d’Italia. “Ma il Ceps non fa provvedimenti cautelari e non può sospendere le elezioni, può pronunciarsi ma ha i suoi tempi – conclude il dottore Vaccaro -. Noi siamo convinti che questa non è democrazia. Un ordine professionale non può vivere situazioni del genere”.  


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