L'appello di Tamajo: basta con la politica urlata e le sterili polemiche

Tamajo: “Basta con la politica urlata e le polemiche sterili”

L'appello dell'assessore regionale alle Attività produttive

PALERMO – “In un’epoca in cui la politica sembra sempre più liquida e distante, con un tasso di astensionismo alle stelle, la nostra missione come politici non può che essere una sola: ascoltare la gente e dare risposte. Lontani dalle strategie complesse e spesso astratte delle coalizioni improbabili o dalle manovre fatte di slogan e polemiche sterili, ciò che conta davvero è la presenza nei territori, stare a contatto diretto con le persone e comprendere i loro bisogni”.

Lo afferma nel suo blog Edy Tamajo, di Forza Italia, assessore regionale alle Attività produttive. “Negli ultimi mesi, abbiamo visto crescere un clima politico fatto di urla, demonizzazioni e macchine del fango. Ma a cosa porta tutto questo? La politica del grido e del conflitto costante non risolve i problemi, non porta occupazione, non aiuta le imprese e non garantisce benessere. Quello che davvero serve è un impegno quotidiano, concreto, fatto di ascolto, proposte e azioni. La politica deve essere costruttiva, non distruttiva. Solo in questo modo possiamo incidere veramente sulla realtà e migliorare la vita dei cittadini”, aggiunge.

“Nel mio ruolo all’interno dell’assessorato alle Attività Produttive, ho sempre dato priorità al dialogo, e questo si è rivelato lo strumento più efficace per affrontare questioni che sembravano irrisolvibili. E i dati ultimi di Unioncamere mi danno ragione. Le vertenze che si trascinavano da oltre dieci anni, ignorate e dimenticate, sono state riattivate grazie a un approccio costante e costruttivo. Non si tratta solo di parole o promesse, ma di azioni concrete, di bandi pubblicati, di risposte immediate e tangibili”, osserva.

“Le difficoltà non mancano, e sappiamo che la strada da percorrere è ancora lunga. Ma il confronto continuo con chi vive direttamente i problemi ci permette di agire con maggiore efficacia e concretezza. La politica deve tornare a fare questo: essere presente nei territori, vicina alle persone, e non chiusa nei palazzi o persa nelle dinamiche della comunicazione urlata”, conclude.


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