GELA (CALTANISSETTA) – Un imprenditore edile di Gela, Emilio Missuto, di 39 anni, ha iniziato lo sciopero della fame davanti al palazzo di giustizia di Gela “per protestare contro uno Stato che esige puntualità nel pagamento delle tasse ma lascia trascorrere anni per pagare i fornitori, riducendoli sul lastrico”.
Missuto ha raccontato ai cronisti che “il tribunale di Gela ha dichiarato il fallimento della mia azienda perché non sono stato in grado di pagare tasse e contributi per 37 mila euro, senza tener conto che a Carbonia, in Sardegna, è in corso un lungo contenzioso che mi vede creditore di un milione di euro per lavori pubblici già realizzati, fatturati ma mai liquidati”.
Cinquanta i dipendenti licenziati dopo questa sentenza. Lo stesso Missuto, senza più liquidità finanziaria e con le banche che non erogano più prestiti, si sarebbe ridotto – dice – “in condizioni di indigenza, pur disponendo di un patrimonio immobiliare rilevante che però non si riesce a vendere”.