Una finanziaria "indecente" | bocciata da sindacati e imprese - Live Sicilia

Una finanziaria “indecente” | bocciata da sindacati e imprese

Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia

"Ci aspettavamo segnali concreti di inversione di rotta - commenta il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro - e invece riscontriamo emendamenti che penalizzano ulteriormente il sistema produttivo con balzelli che sono in controtendenza rispetto alla fase di recessione che sta colpendo le imprese"

PALERMO – Quella che sta emergendo dalle prime reazioni di sindacati e imprese è una vera e propria levata di scudi contro la finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana. Se qualcuno la descrive come “indecente” e qualcun altro addirittura “un penoso rito”, tutti sono concordi nel bocciare senza appello il provvedimento economico, ritenendolo un pannicello caldo che premia la politica dell’assistenzialismo e rinvia lo sviluppo economico dell’isola.

“Le difficoltà del Governo regionale per far quadrare i conti di un bilancio che registrava un disavanzo di 2,3 miliardi di euro ci erano note e prendiamo atto che alcuni tagli alla spesa presentano una certa inversione di tendenza – commenta il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro -. Non disponiamo ancora del testo definitivo della Legge. Se dobbiamo attenerci ad alcuni contenuti del disegno di legge, ci aspettavamo segnali concreti di inversione di rotta. Invece, se li troveremo confermati nel testo approvato, riscontriamo che sono stati approvati emendamenti che penalizzano ulteriormente il sistema produttivo con balzelli  che sono in controtendenza rispetto alla fase di recessione che sta colpendo le imprese. Certamente non ci aspettavamo dalla Finanziaria provvedimenti strutturali di politica economica e di sviluppo per le imprese. Non è lo strumento adeguato. Ma è chiaro che non ci aspettavamo interventi che deprimono ancora di più l’economia. Dei contenuti e dell’impatto della Finanziaria discuteremo in un apposito Consiglio Direttivo che il Presidente Antonello Montante ha convocato per martedì 7 maggio”.

Sulla stessa linea le dichiarazioni del presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese: “Bene i tagli, che comunque andavano fatti. Ma è molto grave che in questa finanziaria non si parli di sviluppo e imprese private ma solo di dare sussidi ai precari. Sia ben chiaro che non siamo contro i precari. Ma l’idea del sussidio va contro la Sicilia e contro gli stessi precari, che non possono immaginare un futuro diverso per la nostra terra e una fonte reddituale diversa per loro. O questo Parlamento comincia a pensare diversamente la materia economica – continua Albanese –, basandola sulla redditività che danno le imprese, la manifattura, il turismo e i servizi, oppure lo sviluppo non ci sarà. Cose come la tabella H riportano la Sicilia indietro di decenni. Mi auguro che con successive leggi ed emendamenti l’Ars sappia apportare i giusti correttivi. Come Confindustria – conclude il presidente di Confindustria – stiamo elaborando un documento da presentare all’assemblea per avviare un dibattito su una legge per lo sviluppo”.

“Ancora una volta una finanziaria che mette al centro precari, forestali e cantieri per disoccupati – dice Mario Filippello, segretario regionale della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa –. Ancora una volta una finanziaria che non prevede le risorse che servirebbero a sostenere il lavoro produttivo. È mancato il coraggio di abbandonare le logiche assistenziali e di sostenere il lavoro vero. Questa finanziaria non contiene, se non in parte, le misure che servirebbero a sostenere le imprese produttive dell’isola”.

Il presidente della Confcommercio Sicilia Pietro Agen parla di “vittoria delle clientele” e di “bilancio e finanziaria indecenti”. “Rimane la tabella H, rimangono forti i precariati di vario tipo – osserva Agen – ci sono fondi perfino per i vigili di Messina ma neppure una parola, un riferimento, uno stanziamento per lo sviluppo. Ci spiegheranno come in queste condizioni potrà mai crescere la Sicilia. L’importante è che non si azzardino a far credere che microcredito e interventi a favore delle aziende indebitate siano più che un palliativo. E fortuna – conclude il presidente della Confcommercio Sicilia – che questa doveva essere una rivoluzione!”.

Ma i toni più accesi sul documento finanziario arrivano dal segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, che parla apertamente di “un rito penoso che si è consumato in seno al Parlamento regionale, che ha ritenuto valido uno strumento economico del genere, mentre era previsto e prevedibile che si confermasse ancora una volta per quello che è: un atto inconcludente, ingessato e inutile, che serve a far quadrare i conti come fa la massaia, ma che non fa altro che prolungare la vita di un sistema ormai morto. Siamo alla fine di un’epoca. È vero che nella finanziaria – continua il segretario – c’è stata più attenzione alla contabilità rispetto al passato e che sono state evitate forzature procedurali e formali. Ma la Sicilia è piena di debiti, praticamente fallita, e una finanziaria non può bastare. È stata una finta discussione, una presa in giro. Tutto questo sistema di forestali, Pip e quant’altro serve soltanto ai parlamentari per scambiare il proprio voto con le clientele. Capisco che non si possano mandare a casa le persone, ma l’interessamento dei politici è solo campagna elettorale. Come sindacato facciamo a Crocetta un appello – conclude Bernava –: si elabori al più presto una strategia nuova, complessa e complessiva per il risanamento e lo sviluppo economico e produttivo, per attrarre investimenti, avviare le infrastrutture, rivedere il sistema delle partecipate, creare lavoro. Serve una programmazione pluriennale alternativa, che accompagni una finanziaria che, così com’è, è inutile”.


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