PALERMO – La cronaca li ha associati alle guerre. Dei droni si sente parlare come sofisticati strumenti per attaccare il nemico in zone ad alto rischio. A Palermo, e per la prima volta in Italia, il dibattito cambia prospettiva grazie ad un seminario che si è svolto nell’aula del Consiglio di Presidenza della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo dal tema: “Potenzialità e prospettive del rilievo fotogrammetrico aereo di prossimità con l’utilizzo di droni: applicazioni nel campo ambientale e dei beni culturali”. L’evento, organizzato dalla Sezione Sifet di Palermo, rappresentata da Luciano Di Marco, e dai Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali ha affrontato per la prima volta le tematiche relative all’utilizzo dei droni, piccoli velivoli che possono operare senza pilota o controllati in remoto da un operatore.
Nel campo della Geomatica l’impiego dei droni, che consentono di eseguire rilievi aerei di precisione a bassa quota, è sempre più diffuso. Sono utilizzati soprattutto per eseguire rilievi tridimensionali di dettaglio in ambito architettonico, archeologico ed ambientale; la loro diffusione è dovuta principalmente alla possibilità di ottenere immagini dell’area di interesse con numerosi vantaggi. Su tutti: rapidità nell’esecuzione del rilievo, possibilità di rappresentare zone difficilmente accessibili (colpite da disastri ambientali, incidenti ect.), ottenere immagini ad alta risoluzione, maggiore rispetto a quella ottenibile dalla fotogrammetria aerea “tradizionale”. La Sifet, impegnata nel settore della formazione professionale, nella promozione e nella divulgazione delle attività tecnico-scientifiche per rilievo e la rappresentazione del territorio, ha contribuito con l’apporto di relatori provenienti dal Politecnico di Torino e dalle Università di Bologna, Palermo e Catania. Le recente tragedia in Sardegna insegna che laddove l’uomo non può arrivare è lì che la macchina può diventare decisiva. Basti pensare sl rilevamento di eventuali superstiti di una catastrofe oppure alla possibilità di stabilire contatti in delle zone tagliate fuori dalle comunicazioni tradizionali.