“Non sono un politico, ma un tecnico”. Le prime parole da assessore di Rosa Barresi dicono già molto sulla scelta del governatore, Rosario Crocetta, di puntare su una superburocrate del suo calibro, in Regione da quasi 25 anni, di cui gli ultimi passati da dirigente proprio dell’assessorato all’Agricoltura.
Una decisione presa in poco tempo, dopo le turbolente, quanto inattese, dimissioni di Nino Caleca, in aperta polemica con l’ingresso in giunta di Giovanni Pistorio. Ingresso che ha rotto la regola non scritta, ma fino a quel momento seguita con rigidità, del “niente assessori politici”. E proprio una nuova violazione di questo embargo avrebbe potuto ulteriormente influire sui già fragili equilibri della maggioranza in Sala d’Ercole, da qui la scelta di promuovere la dirigente esperta in fondi europei.
E il neo assessore Barresi ha infatti esordito annunciando la fase di chiusura del vecchio programma e snocciolando numeri. “Nel nuovo programma abbiamo da spendere due miliardi e 300 milioni di euro – dice – Abbiamo aperto dei bandi e ne chiederemo degli altri per dare una risposta agli agricoltori”.
Sicilia Democratica, di cui era espressione Nino Caleca, aveva proposto una rosa di nomi al governatore, ma su nessuno di questi si è riusciti a trovare un’intesa. Intesa che tuttavia si è palesata sulla figura di Rosa Barresi, “viste le imminenti e importanti scadenze e la sua indiscutibile competenza in materia di bandi europei”, come confermato dal deputato Giambattista Coltraro.
Crocetta, da par suo, sembra non aver perdonato il gesto dell’assessore dimissionario, interpretando il suo come un gesto politico. “Le dimissioni di Caleca – afferma il governatore – dimostrano che non si tratta di un tecnico. Quella di Pistorio è stata una scelta condivisa e non imposta dall’Udc. La governabilità deve venire prima di tutto”.