"Bentornato Filippo" | Piazza Armerina saluta Calcagno - Live Sicilia

“Bentornato Filippo” | Piazza Armerina saluta Calcagno

I manifesti che l'amministrazione comunale di Piazza Armerina stamane sta facendo affiggere sui muri. Il sindaco: "E' provato psicologicamente". Nella foto a destra Filippo Calcagno 

il tecnico liberato in Libia
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PIAZZA ARMERINA (ENNA) – ”Bentornato Filippo. Piazza Armerina é felice di riabbracciarti”. Questo la scritta su manifesti, con il tricolore e lo stemma della città, che l’amministrazione comunale di Piazza Armerina stamane sta facendo affiggere sui muri della città per festeggiare il ritorno di Filippo Calcagno.

“Ieri i familiari mi hanno chiamato dicendomi che Filippo Calcagno non era in condizioni di sostenere alcun festeggiamento perché era psicologicamente provatissimo”. Lo ha detto il sindaco di Piazza Armerina (Enna) Filippo Miroddi, parlando con i giornalisti davanti alla villa di contrada Scaranta di Filippo Calcagno. “Tra l’altro – ha aggiunto il primo cittadino – aveva saputo ieri mattina della morte dei colleghi, quindi era terrorizzato, aveva avuto questa sorta di grande dolore. e poi ha perso quasi 40 chili e molto molto provato fisicamente e psichicamente”.

Intanto, parla Francesco Caroleo Grimaldi, avvocato della vedova di Salvatore Failla, uno dei due ostaggi uccisi in Libia, intervenendo ad Agorà (RaiTre). “Lo Stato italiano deve una risposta di verità a Rosalba Failla”, sono state le sue parole. L’avvocato ha sottolineato che “ancora non è stata data una risposta: non si sa chi deteneva i nostri connazionali, non si sa se ci sono stati dei passaggi o se c’è stato un effettivamente un intervento dell’Isis. Non si sa in quale modo e da chi sono partiti i colpi che hanno colpito Salvatore Failla. Non si sa neanche se si riuscirà ad evitare l’autopsia, che la signora Failla avverte come un oltraggio”. “So che la signora Failla – ha aggiunto l’avvocato – si è sentita con il ministro Gentiloni, che le ha detto che lo Stato si sarebbe mosso per evitare questo sfregio dell’autopsia in Libia. Si sta cercando di accelerare il rientro in patria delle salme”.


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