"Non starei in un Pd come i Ds |Renziani uniti per dare una scossa" - Live Sicilia

“Non starei in un Pd come i Ds |Renziani uniti per dare una scossa”

foto d'archivio

Intervista a Totò Cardinale. "Il 14 l'area Renzi farà le sue proposte. Sicilia Futura nei Dem? Se è partito aperto".

L'INTERVISTA DEL LUNEDI'
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Salvatore Cardinale, fondatore di Sicilia Futura: i “suoi” deputati si muovono all’Ars quasi a sostegno del governo. Responsabili o inciucisti?

“Non c’è niente di nuovo. Noi già in campagna elettorale, immaginando che il governo sarebbe stata un’anatra zoppa, abbiamo detto che guardando agli interessi della Sicilia ci saremmo spesi in Assemblea per favorire un processo legislativo capace di promuovere sviluppo per i siciliani. Poi Miccichè ha fatto un appello che abbiamo condiviso e noi lo abbiamo votato. Non è una fiducia al governo, ma l’impegno a portare avanti anche con il nostro concorso tutte le iniziative legislative che rimuovono gli ostacoli per il buon governo”.

Avete votato sì sull’esercizio provvisorio, come la maggioranza.

“Sì all’esercizio provvisorio perché era stato stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Il Def invece era uno strumento un po’ più politico e abbiamo preferito l’astensione”.

Ma Sicilia Futura è ancora un partito di opposizione?

“Intanto è un movimento. E ci stiamo interrogando sul futuro di questo movimento. Noi ci siamo sempre detti renziani perché abbiamo condiviso le politiche di Renzi. Che dava al Pd quella natura per la quale il Pd era nato. Qualcuno pensava che potesse essere la Cosa 3, la prosecuzione dei Ds e invece Renzi l’ha rimesso sui giusti binari”.

Il tema era quello di un vostro ingresso nel Pd. E ora? Non ne parlate più?

“Questo Pd che proponeva Renzi lo guardavamo come una meta. Un Pd che si allarga al centro che coltiva i valori del riformismo liberale, un Pd aperto, plurale, inclusivo. Non si può pensare a un’operazione di restaurazione come quella che vogliono alcuni che si chiamano Partigiani. Dobbiamo dare uno scossone. Ci incontreremo il 14 a Palermo tutti quelli che coltivano questa idea di Partito democratico e lanceremo le nostre proposte. Non possiamo stare in silenzio”.

Chi?

“Tutta l’area renziana, compresa Sicilia Futura, per vedere quali iniziative assumere. Io ho l’impressione che ci sia un’operazione di restaurazione in corso. Bisogna svegliare tutta un’area importante, che è anche un’area di centrodestra che non ha più i riferimenti che aveva prima. Mettere insieme tutte queste risorse”.

Tamajo ha detto che preferirebbe che Renzi facesse un partito nuovo…

“Tamajo è un giovane volenteroso e capace. Credo che si riferisse alla nostra voglia di cambiare il Pd. Non siamo interessati ad avare un Pd che ripiega sulle posizioni della Cosa 3”.

Sì, però questo Pd di Renzi che non ripiega sulla sinistra in Sicilia ha fatto l’11 per cento.

“Meno male che c’era Renzi, sennò avrebbe preso il 4 per cento jn Sicilia e il 6 per cento nazionale. Non dimentichiamo l’esempio della Francia dove è crollato il Partito socialista. Non sottovalutate il dato di LeU in Italia. La sinistra non tiene più il proprio popolo che ormai vota per i 5 Stelle. Noi abbiamo fatto questo risultato con buona parte della classe dirigente del Pd che dichiarava di non votare Pd. Se fosse vero quello che dicono oggi questi fautori del ritorno al passato, LeU avrebbe dovuto prendere il 18 per cento”.

Non ho ancora ben capito se entrerete o no nel Pd.

“Noi vogliamo un Pd che si apre, un Pd inclusivo, in cui ci sia la possibilità di fare partecipare coloro che intendono condividere una carta de valori e dei principi. Qui c’è un partito che va contro le decisioni della direzione. In un Pd che si ripiega su se stesso non ci sto neanche io, che sono uno dei fondatori del Partito democratico. C’è la logica del “pochi ma noi”, io la contesto. Io non penso che Renzi abbia fallito, anzi ha recuperato al centro”.

Escluderebbe oggi una convergenza di governo con la destra in Sicilia?

“Io intanto voglio capire cosa succede a Roma. Poi vorrei vedere cosa succede nel Partito democratico. E poi confrontarmi con quest’area riformista, liberale e solidale e insieme prendere delle decisioni”.

Ma secondo lei il divorzio nel Pd è possibile? Con Renzi che va afarsi il suo partito?

“C’è gente che si interroga su cosa fare, da quel che sento. Ora il punto è: il Pd si apre? Si rifonda? Si afferma l’idea di una grande casa aperta? Se il Pd vuole costruire questa grande area che è l’unica che rimane tra Salvini e Di Maio noi siamo lì con il cuore e con la testa, senza riserve. Se invece il Pd dovesse rinculare e dovesse tentare di approfittare della sconfitta elettorale per ripensare al proprio ruolo e al proprio destino e dovesse assumere le connotazioni di una continuazione dei Ds io non c’ero allora e non ci sarò più”.

 

 


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