Omicidio a Grisì: le fucilate, la fuga e il corpo trovato dal figlio

Omicidio a Grisì: le fucilate, l’ipotesi fuga e il corpo trovato dal figlio

Indagini dei carabinieri
NEL PALERMITANO
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PALERMO – Lo ha trovato il figlio. Il corpo di Salvatore Di Salvo era riverso per terra, a pochi metri dal suo fuoristrada Mitsubishi. Le fucilate non gli hanno lasciato scampo. I pallettoni lo hanno raggiunto al petto e all’addome. Probabilmente ha tentato di scappare.

Stamani è uscito dalla sua abitazione di Borgetto per andare a lavorare nelle campagne di Grisì, fra Partinico e Monreale. Il figlio lo doveva raggiungere con il trattore. Quando è arrivato si è accorto che c’era il fuoristrada, ma non il padre. Ha iniziato a cercarlo, ha visto il corpo senza vita tra le sterpaglie e ha chiamato il 112.

I terreni su cui lavoravano da alcuni giorni non sono dei Di Salvo, ma gli era stata affidata una commessa. La vittima, oggi in pensione, faceva il bracciante agricolo. L’assassino sapeva che stamani sarebbe andato a lavorare in quel posto.

Non c’era alcun motivo per dirigersi dalla trazzera verso il groviglio di canne dove è stato rinvenuto il cadavere se non per scappare dall’uomo che voleva ucciderlo. Perché? Su questo lavorano i carabinieri del Comando provinciale di Palermo, coordinati dalla Procura.

Nel passato di Di Salvo, 69 anni, ci sono piccoli reati contro il patrimonio, ma è a vicende del presente che si guarda che per dare un volto all’assassino che ha imbracciato il fucile. Gli investigatori stanno sentendo parenti e amici. Al momento non sarebbero emerse questioni economiche degne di nota.

Si scava nella vita della vittima per trovare chi potesse provare nei suoi confronti motivi di rancore personale. Al momento viene escluso ogni legame con criminalità organizzata.

Il fratello della vittima, Nicolò Di Salvo, è titolare della Quadrifoglio Group di Partinico. La società venne coinvolta nella strage di Casteldaccia dove persero la vita il socio di Di Salvo, Epifanio Alsazia, e quattro operai Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano e Giuseppe La Barbera, uccisi dal gas dopo essere scesi in un impianto fognario lo scorso maggio. Nicolò Di Salvo per quanto accaduto a Casteldaccia è indagato per omicidio colposo plurimo.


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