PALERMO – Sessantadue ore non sono state sufficienti per assemblare la manovra finanziaria e allineare le norme, lievitate sabato mattina in commissione Bilancio dell’Ars da 36 a 120 rispetto al testo originario che era stato trasmesso dal governo, alle tabelle finanziarie. Gli uffici dell’Ars sono ancora al lavoro con i tecnici del dipartimento Economia per venire a capo della matassa che si è venuta a creare. I documenti dovevano essere consegnati alle 18 di questo pomeriggio come aveva comunicato a mezzogiorno il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ad apertura di seduta, rinviando poi l’aula alle 20 proprio per la mancanza del dossier. Ma dei testi non c’è ancora neppure l’ombra.
Gli uffici stanno tentando da ore di allineare la quantità di norme con le risorse disponibili: per fare quadrare i conti mancherebbero, secondo fonti dell’opposizione, circa 50 milioni di euro. Miccichè quindi alle 20 di questa sera è stato costretto a rinviare per la seconda volta la seduta. Se ne riparlerà domani alle 16 per incardinare la manovra, sempre che i funzionari dell’Ars e quelli del dipartimento Economia riescano a consegnare il testo prima del suono della campanella di Palazzo dei Normanni. Certo è che l’aula rispetterà le indicazioni della capigruppo e non si riunirà il 25 aprile, festa della Liberazione, come qualche deputato aveva sussurrato stamani. Se l’aula riuscirà a incardinare la manovra domani pomeriggio, i deputati avranno 24 ore di tempo per presentare gli emendamenti.
Dunque per l’esame delle norme l’appuntamento è per giovedì pomeriggio, quando mancheranno quattro giorni alla scadenza dell’esercizio provvisorio. Probabile a questo punto che l’Ars si riunisca anche sabato e domenica, ma per stabilire il nuovo calendario dovrebbe riunirsi la capigruppo. Per il M5s la presidenza dell’Ars dovrebbe cassare almeno una sessantina degli articoli della manovra perché li ritiene incostituzionali. Se l’aula non si riunirà per la Liberazione, nei gruppi parlamentari il personale invece rimarrà incollato negli uffici il giorno di festa per predisporre gli emendamenti. E c’è chi ipotizza come data finale per l’approvazione di bilancio e legge di stabilità il primo maggio, festa dei lavoratori. E non sarebbe neppure la prima volta.
Il M5S all’Ars, intanto, boccia senza appello la manovra: “Una maxi tabella H per accontentare gli appetiti dei partiti, nemmeno durante l’era Crocetta, probabilmente, si era arrivato a tanto”, dicono i grillini. “Una manovra che doveva essere secca e lineare – dicono i deputati M5s – è diventata monstre a causa di una pioggia di norme ad deputatum che non sono certo pensate per il bene della Sicilia. Dentro la finanziaria c’è di tutto, dal finanziamento per le regate a quello per i borghi belli, fino al finanziamento ai comuni bandiera blu. È lecito ora pensare dove sarà trovata la copertura finanziaria, atteso che si stava per tagliare sulla cultura per mancanza di risorse”.
I deputati M5S mettono l’accento anche sulle procedure ‘non proprio lineari’ che si stanno seguendo. “Il collegato – dicono – andava approvato a parte e non in contemporanea con la manovra, come si tenterà di fare. Una forzatura, figlia dell’ingerenza dei partiti di cui questo governo si mostra ogni giorno che passa sempre più succube”.
(ANSA).