PALERMO – “Rosalia ci insegni l’incontro con l’altro”. Così l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha invocato la “Santuzza”, durante la messa nell’atrio di Palazzo delle Aquile. La tradizionale celebrazione ha aperto il weekend del festino “lungo fino il 15 settembre – secondo l’alto prelato– per concludersi con la visita di Papa Francesco in Sicilia”. Durante l’omelia, sono stati diversi i riferimenti a temi quali l’accoglienza e la solidarietà: “Palermo è una città di uomini che deve costruire la propria comunità attraverso l’intersezione dell’io e del noi. Bisogna riappropriarsi dell’uomo interiore e celebrare la bellezza dell’incontro con l’altro”. Lorefice ha poi concluso, ricordando alcuni personaggi illustri nati a Palermo, come Padre Pino Puglisi: “Questa città ha dato i natali a martiri della giustizia e santi, non dobbiamo rinnegare il nostro passato”.
Sulle stessa lunghezza d’onda, l’intervento del sindaco Leoluca Orlando, che si è soffermato sulla tematica scelta quest’anno per la manifestazione di “Rosalia Bambina”: “La nostra Santuzza è bambina perché i bambini conoscono – più degli adulti – il rispetto dell’altro. Sanno possedere il presente e guardare al futuro. Hanno il dono del tempo”. Non sono mancate, nel discorso del primo cittadino palermitano, riferimenti alla politica nazionale: “Quando mi chiedono quanti migranti ci siano a Palermo, rispondo dicendo che non ce ne sono. Chi arriva a Palermo è palermitano e tutti facciamo parte della stessa razza, quella umana”. Presenti alla celebrazione diverse autorità civili e militari: dal presidente della Regione Nello Musumeci al prefetto di Palermo Antonella De Miro, passando per un gran numero di consiglieri comunali e componenti della giunta. Il gruppo si è poi spostato verso Piazza Pretoria, dove – come ogni anno – i vigili del fuoco hanno posto una corona di fiori celebrativa vicino la statua di Santa Rosalia, che svetta sulla facciata del palazzo comunale.