PALERMO – Un’ora e mezzo di interrogatorio per provare a smentire, punto per punto, l’accusa di essere stato uno politico nelle mani dei boss. Salvatore Gambino, sindaco di Torretta, è uno dei pochissimi fermati nel blitz “New Connection” a non essersi finora avvalso della facoltà di non rispondere.
Davanti al giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio sono rimasti quasi tutti in silenzio a cominciare da Francesco e Tommaso Inzerillo, Rosario Gambino e Gaetano Sansone mentre il fratello Giuseppe ha risposto. E cioè coloro che avrebbero ricoperto ruoli di vertice nel mandamento di Passo Di Rigano. Gli interrogatori proseguono. Entro domani il fermo dovrà essere o meno convalidato.
Gambino ha replicato a tutte le contestazioni: nessuna assunzione, nessun favore, nessuna consulenza, nessuna nomina su input di Simone Zito. Ha difeso la sua attività e invitato ad ampliare le verifiche sulla sua azione amministrativa. I rapporti con Zito, che conosce da bambino, hanno avuto solo una connotazione politica e la scelta di assessori e presidente del consiglio comunale si sarebbero basate sul numero dei voti ottenuti dai candidati. Un metodo discusso prima delle elezioni davanti a decine di persone. Gambino era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Alessandro Campo, che ha fatto istanza di scarcerazione.
“Il signor Sansone Giuseppe ha risposto a tutte le domande che sono state poste sia dai Pm che dal Giudice che dal difensore – spiega l’avvocato Marco Giunta – l’interrogatorio è durato circa due ore ha tra l’altro chiarito la sua posizione in ordine alle contestazioni che gli venivano mosse dimostrando la sua assoluta estraneità ai fatti contestati non aderendo alle logiche della criminalità organizzata”.