PALERMO – “Il regionalismo differenziato non può di certo essere un ennesimo strumento per ‘differenziare’ ancor di più le diverse aree del Paese, attribuendo alle varie Regioni interventi strutturali e capacità di erogare servizi che proseguano nel continuare a dipingere una Italia a ‘macchia di leopardo’. Un Paese in cui il divario fra Nord e Sud non è mai diminuito, anzi, si è sempre accentuato negli ultimi cinquant’anni anche per scelte sbagliate da parte di certa classe politica meridionale”. Lo afferma il presidente dell’Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, Matteo Cocchiara, che aggiunge: “In questo dibattito la Sicilia non può restare a guardare, aspettando di vedere come andrà a finire. Occorre – prosegue il presidente dell’Asael – che la sua classe politica chieda, come fatto dal presidente della Regione Musumeci, e ottenga di poter stare al tavolo del confronto con le altre regioni rivendicando diritti ed aspettative per i siciliani, al pari dei cittadini del resto d’Italia. A questo tavolo nazionale – continua Cocchiara – è necessario che venga evidenziata anche la condizione di grande difficoltà in cui versano gli enti intermedi ed i Comuni siciliani, stretti nella morsa di un rigore della finanza locale in cui lo Stato da anni li ha costretti a vivere, privandoli addirittura delle risorse che provengono dai propri amministrati in termini di fiscalità locale e che da anni, invece, confluiscono nelle casse statali con un ritorno irrisorio”.
Il presidente dell’Asael poi aggiunge: “Il dibattito sul regionalismo differenziato sia anche occasione per affrontare il tema della finanza locale. In quest’ottica è utile che la politica regionale abbia chiaro ciò che nell’immediato futuro devono fare lo Stato e la Regione, e di riflesso gli enti locali, in termini di competenze e quindi con quali risorse. In quest’ottica – conclude Cocchiara – appare opportuna l’iniziativa dell’assessore alle Autonomie locali, Bernadette Grasso, di insediare un tavolo tecnico-politico, cui è stata chiamata a far parte anche l’Asael, per disegnare un progetto di riforma della nostra Regione sulla scorta di quanto si discute a livello nazionale”.