LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono proseguite per tutta la notte, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Palermo, le ricerche in mare in seguito al naufragio avvenuto ieri davanti alle coste di Lampedusa. I 149 migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera, tra i quali 13 donne e 3 bambini, hanno riferito che sul barcone vi erano altre venti persone che risultano disperse. Il naufragio è avvenuto nel tardo pomeriggio, poco prima del tramonto, a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli. La barca, che non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione alla Guardia Costiera, si è capovolta a causa del mare in tempesta. Nelle ricerche, ostacolate dal maltempo, sono attualmente impiegati due motovedette e un aereo della Guardia Costiera, una nave e un elicottero della Marina Militare, una motovedetta e un pattugliatore della Guardia di Finanza.
I dispersi del naufragio verificatosi ad un miglio dall’isola dei Conigli di Lampedusa – che secondo le testimonianze dei superstiti sarebbero complessivamente una ventina – sono algerini, tunisini e pakistani. La polizia Scientifica della Questura di Agrigento è già operativa per gli accertamenti da fare sui cadaveri, esattamente come è avvenuto lo scorso 7 ottobre quando – fra Lampedusa e Lampione – a circa 6 miglia dalla costa si capovolse un altro barcone carico di migranti.
Sono cinque, e non sette come era stato comunicato in un primo momento, i cadaveri recuperati fino ad ora dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza dopo il naufragio avvenuto ieri a un miglio dalla costa di Lampedusa. I corpi privi di vita di tre donne sono stati recuperati in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. I corpi di altre due donne sono stati ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza.
Sono stati due pescatori ad avvisare ieri pomeriggio la capitaneria di porto della presenza di un barcone in difficoltà a un miglio dalla costa di Lampedusa, che si è poi capovolto. Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, questi i nomi dei due lampedusani, hanno dato l’allarme consentendo così l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti. “Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perché i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestività a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”.
“Contiamo i morti. Siamo tornati a contare i morti e lo stiamo facendo, ancora una volta, nel silenzio più assoluto e nell’indifferenza. Siamo però di fronte ad una società che sparge solo odio e rancore”. Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa (Ag), Salvatore Martello, informandosi sul recupero delle salme dopo il naufragio di ieri sera ad un miglio dall’isola dei Conigli. “Sono molti di più, purtroppo sono molti di più” ha aggiunto Martello in merito all’attuale bilancio di 7 cadaveri già recuperati. Salvatore Martello si trova in questo momento a Barcellona, dove ieri ha incontrato il primo cittadino della città spagnola Ada Colau, per la presentazione del progetto Clarinet, che vede proprio il comune di Lampedusa e Linosa quale ente capofila con altri sette enti locali situati in territori di confine, dieci enti della società civile di otto paesi europei e due network internazionali impegnati sui temi della solidarietà, dell’accoglienza e della cooperazione nel Mediterraneo.
La mamma e il papà mancano all’appello e loro continuano a cercarli disperati. Lo hanno scoperto due minorenni tunisini che sono fra i 149 superstiti del naufragio avvenuto ieri sera ad un miglio da Lampedusa. I genitori non figurano purtroppo nell’elenco dei sopravvissuti. I due minorenni, che nella ricerca all’hotspot di contrada Imbriacola si sono fatti aiutare dalla polizia, sono sotto choc. La stessa cosa era successa ieri sul molo Favaloro con un giovane eritreo e un libico, che una volta tratti in salvo non avevano visto tra i superstiti le loro mogli che mancano all’appello.
Aggiornamento ore 20: “Dove sono papà e mamma?”. E’ la richiesta accorata dei due fratellini che hanno cercato in lacrime i loro genitori spezzando il cuore agli agenti di polizia che tentavano inutilmente di consolarli. Il papà e la mamma dei due bimbi non figurano infatti nell’elenco dei 149 sopravvissuti dell’ultimo naufragio avvenuto ieri davanti alle coste di Lampedusa. Come non ci sono le mogli di un giovane eritreo e di un ragazzo libico che hanno iniziato a cercarle non appena sbarcati al molo Favarolo. Fino ad ora sono 5 le vittime – tutte donne – recuperate dai militari della Guardia costiera e della Guardia di finanza, nel tratto di mare tra Cala Galera e l’isola dei conigli. Due cadaveri erano sull’arenile e sono stati portati a braccia sul ripido e scosceso sentiero, di circa 4 chilometri, che collega con la strada.
A bordo del barcone, secondo le testimonianze dei superstiti, vi erano in tutto 169 migranti. All’appello mancano dunque, oltre alle salme già recuperate, altri 15 dispersi. La polizia Scientifica della Questura di Agrigento ha iniziato gli accertamenti sui cadaveri, esattamente come è avvenuto lo scorso 7 ottobre quando – fra Lampedusa e Lampione – si capovolse un altro barcone carico di migranti e vennero recuperati i cadaveri di 13 donne. Il riconoscimento delle salme, tra le quali potrebbero esserci la mamma dei due fratellini e le moglie dei due giovani migranti, non è ancora avvenuto. Intanto la Procura di Agrigento, come avviene sempre in questi casi, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella sta seguendo l’evolversi della vicenda, gestendo prima la complessa macchina dei soccorsi e poi quella del recupero delle salme.
Le 149 persone tratte in salvo, fra cui un ipovedente, sono vive anche grazie a due pescatori lampedusani, Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, che hanno dato l’allarme. Mentre stavano passeggiando lungo la costa hanno scorto il barcone che stava per capovolgersi a causa delle onde altissime e hanno subito chiamato la Capitaneria. Sul posto sono arrivate nel giro di pochi minuti le unità della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza che si sono adoperate con ogni mezzo. Gli equipaggi hanno cominciato a lanciare in acqua salvagenti, galleggianti, parabordi e ogni altro oggetto utile per permettere ai naufraghi di aggrapparsi. Anche il direttore di macchina di una motovedetta della Guardia Costiera si è tuffato nel mare in tempesta per aiutare le persone che annaspavano. Solo grazie all’allarme dei due pescatori e all’intervento immediata dei soccorritori la tragedia non ha avuto dunque un bilancio ancora più pesante. Intanto è approdata al molo Norimberga del porto di Messina la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere con 213 migranti a bordo. La decisione è stata presa dopo che Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti salvati. La situazione dovrebbe sbloccarsi anche per le altre navi di altre due Ong, Open Arms e Aita Mari, che si trovano al largo della Sici8lia con centinaia di migranti salvati nei giorni scorsi. “Hanno chiesto il porto all’Italia e presumibilmente lo avranno” ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. (ANSA).
Aggiornamento: Le operazioni di ricerca degli eventuali dispersi del naufragio di ieri a Lampedusa “proseguono con l’impiego di mezzi aerei della Guardia Costiera e di Frontex”. Le attuali condizioni meteo marine, sottolinea il comando generale della Guardia Costiera, sono infatti in continuo peggioramento, con onde alte fino a 4 metri