Multe salate, da 400 a 3000 euro, per chi viola le regole anti contagio. E la possibilità per singole Regioni di adottare misure più dure di quelle nazionali se il contagio si acuisce, ma in coordinamento con il governo. Non solo. Viene punito col carcere da uno a cinque anni chi è in quarantena perché positivo al Coronavirus ed esce intenzionalmente di casa violando il divieto assoluto di lasciare la propria abitazione. Lo prevede, a quanto comunica Palazzo Chigi all’esito del Cdm, il nuovo decreto che inasprisce le sanzioni per le misure anti Coronavirus. Si incorre in un reato contro la salute pubblica, provocando il diffondersi dell’epidemia. Ecco il decreto legge con cui il premier Giuseppe Conte prova a mettere ordine tra le ormai tante norme anti coronavirus, a un mese dalla creazione delle prime zone rosse.
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“Si risolve parzialmente con l’imbarco di donne, alcune in gravidanza, bambini e persone anziane la situazione di Villa San Giovanni. Sono lieta che, dopo un pomeriggio di interventi con il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il collega della Regione Siciliana, Lello Musumeci, si sia arrivati alla messa in sicurezza delle persone più fragili”. Così Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, ha annunciato che la situazione sullo Stretto si è sbloccata, nella tarda serata di ieri. Nella mattinata di oggi dovrebbero essere imbarcati altri mezzi. Intanto, nella notte, 13 persone sono ancora in una saletta della stazione di Villa San Giovanni in uno spazio ristretto, senza alcun rispetto delle distanze di sicurezza o dispositivo per proteggersi. Hanno chiesto delle coperte alla polizia perché dovranno aspettare fino a domani per raggiungere la Sicilia.
Intanto, i contagi accertati in Sicilia sono quasi mille, ottanta le persone in terapia intensiva.
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FINE DELLA DIRETTA
20.04 – Una donna di 86 anni originaria di Giardini Naxos (Me) è morta oggi pomeriggio dopo aver contratto il Coronavirus. La donna era stata ricoverata da qualche giorno al covid Hospital del Policlinico di Messina.
19.17 – Sono tutti in discrete condizioni di salute gli ospiti della casa di cura di Messina “Come d’Incanto” rimasti presso la struttura e sottoposti alla ricognizione clinica condotta oggi presso dal Covid team coordinato dall’A.o.u. Policlinico “G. Martino” su input dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Secondo quanto riferito dall’unità speciale composta da medici, infermieri, fisioterapisti, oss e da uno psicologo del sistema sanitario regionale, all’interno della struttura non si rilevano particolari criticità. Inoltre su ospiti e personale sono stati eseguiti tutti i tamponi rinofaringei che verranno processati nel laboratorio del Policlinico di Messina: i risultati si attendono per domani. Intanto, secondo quanto previsto dalle linee guida dell’Unità di crisi sull’emergenza Coronavirus, all’interno della struttura per anziani si procederà alla riorganizzazione dei percorsi di assistenza, mentre il personale interno verrà integrato da operatori socio sanitari del Sistema sanitario regionale.
19.03 – Conte parla alla Camera: “Nuovi medici e infermieri”
18.35 – “L’emergenza sanitaria da Coronavirus sta mettendo in difficoltà il già compromesso e fragile tessuto delle imprese editoriali di testate giornalistiche. I fatturati pubblicitari sono crollati, la gente costretta a casa – sbandata e impaurita – evita di uscire a comprare i giornali”. Lo dice in una nota Assostampa siciliana, il sindacato unitario dei giornalisti che esprime “preoccupazione per la delicatezza del momento”. “Eppure i giornalisti, in questo delicato frangente, sono davvero gli occhi e le orecchie dei cittadini. – prosegue la nota – Portano nelle case gli aggiornamenti, le notizie, i retroscena sull’andamento del contagio anche a rischio della propria salute. Raccontano cosa sta accadendo spesso nello stesso momento in cui accade: un ruolo fondamentale in un tempo emergenziale e particolare della vita italiana in cui si naviga a vista, una bussola insostituibile nel mare di una informazione sempre più inquinata e ingrossata dalle fake-news”. “A parole tutti, anche le istituzioni, riconoscono il valore all’attività svolta – si aggiunge nella nota -. Ma nei provvedimenti governativi non c’è stata ancora alcuna vera azione a sostegno del nostro settore, sconvolto dall’onda d’urto del Covid-19, se non la previsione del credito d’imposta sulla pubblicità che in questo momento lascia il tempo che trova, proprio in considerazione del fatto che le aziende, grandi o piccole che siano, pensano più a tamponare le falle che ad investire in pubblicità”. L’Associazione Siciliana si rivolge al governo regionale chiedendo “un concreto sostegno al settore dell’editoria, già in profonda crisi ancora prima dell’avvitarsi del pericolo sanitario. Servono provvedimenti urgenti che possano dare una boccata d’ossigeno alle testate che rispettano i contratti di lavoro e garantiscono una informazione affidabile e qualificata”. “Un massiccio piano pubblicitario di comunicazione istituzionale sull’emergenza, ad esempio – prosegue Assostampa Siciliana – potrebbe immediatamente mettere in circolo risorse preziose, soprattutto in questo momento. Ma ci sono anche alcuni impedimenti che immediatamente potrebbero essere rimossi per facilitare la diffusione dei quotidiani: come quello che per ora vieta l’attività di ‘strillonaggio’, una vendita di prossimità – con tutte le garanzie e gli strumenti di protezione imposte dal momento – che potrebbe essere demandata all’organizzazione degli edicolanti”.
17.58 – Anche Cefalù diventa Covid-Hospital
17.54 – Le vigenti disposizioni non prevedono, né consentono, alcuna autorizzazione, da parte del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in merito agli spostamenti dall’estero, sul territorio nazionale e nello Stretto di Messina verso l’Isola. I requisiti, e le modalità, sono infatti stabiliti dal decreto del presidente del Consiglio del 22 marzo e dai decreti interministeriali della Salute e delle Infrastrutture del 18 e 24 marzo. Lo precisa una nota della presidenza della Regione Siciliana.
17.36 – Un appello alle sarte e ai sarti per confezionare dispositivi di sicurezza per i lavoratori del commercio, delle pulizie e della vigilanza privata. A lanciarlo sono i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uitucs Uil della Sicilia rappresentate da Monia Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto. “Nella lotta contro il Coronavirus – dicono – in prima linea ci sono senza dubbio i tantissimi medici e operatori sanitari impegnati senza sosta a fronteggiare gli effetti pesantissimi della pandemia. Accanto a loro, però non vanno dimenticate le migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore dei servizi e del commercio, vigilanza privata, distribuzione alimentare, mense e pulimento-sanificazione, e tutti coloro che svolgono servizi altrettanto importanti per la collettività come quello svolto dai Pip. Queste lavoratrici e lavoratori, ad oggi, non hanno i necessari dispositivi di protezione individuale. Le loro aziende non riescono a reperirle in quantità necessaria sul mercato”. I sindacati lanciano un accorato appello alle sarte e ai sarti, “che in questo momento hanno dovuto sospendere la propria attività e sono in possesso delle stoffe adeguate, per la produzione di mascherine lavabili e sterilizzabili. Chi può dedicare un po’ del suo tempo a tal fine ci contatti ai numeri: 3270430857, 3394764813, 3929460980. Le mascherine così prodotte, in attesa che saranno disponibili quelle fornite da stituzioni e dalle aziende che continuiamo a diffidare, verranno distribuite gratuitamente, a cura delle strutture sindacali territoriali di Filcams , Fisascat e Uiltucs alle guardie particolari giurate, agli addetti alle mense, agli addetti alle pulizie, agli addetti della distribuzione alimentare che operano in questi giorni di emergenza nei presidi ospedalieri e nelle strutture sanitarie, nei supermercati alimentari, garantendo con sacrificio e stress, un’attività di primaria importanza per la collettività”.
17.33 – A Palermo una veleria ora produce mascherine
17.23 – “Si devono mantenere sul posto di lavoro solo ed esclusivamente i lavoratori che svolgono attività indifferibili. Tutta l’attività del resto del personale deve essere svolta in modalità smart che in questa circostanza emergenziale deve intendersi esclusivamente al fuori del luogo di lavoro e presso la propria abitazione”. Lo scrivono in una nota i sindacati Cobas-Codir, Sadirs, Dirsi e Ugl-Fna, spiegando che “la chiara presa di posizione della ministra della P.A, Fabiana Dadone e l’odierna direttiva della Funzione pubblica regionale, non danno più alibi a quei burocrati che, a qualsiasi livello, si ostinano a non applicare immediatamente i percorsi che mettono al primo posto la salute pubblica e dei lavoratori nell’emergenza Covid-19”. I sindacati autonomi ricordano che fino alla fine dell’emergenza il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni”. E ribadiscono di avere “intimato e diffidato i legali rappresentanti e dirigenti delle amministrazioni regionali, degli enti regionali e delle società collegate (ove non avessero già provveduto) a dare attuazione immediata all’art. 87 del D.L. 17 marzo 2020 n.18, collocando con provvedimento immediato tutto il personale in attività di servizio in forma agile presso il proprio domicilio”. E “qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile, anche nella forma semplificata, i dirigenti dovranno utilizzare tutte le forme contrattualmente previste di assenza giustificata e retribuita dal lavoro ovvero esentare il personale dipendente dal servizio. In questo caso il periodo di esenzione dal servizio costituirà servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l’amministrazione non corrisponderà l’indennità sostitutiva di mensa ove prevista”. I sindacati autonomi quindi sottolineano che “tutte le Amministrazioni inadempienti, saranno ritenute responsabili dell’eventuale danno alla salute pubblica, con conseguenti azioni in sede amministrativa e giudiziaria”.
17.20 – “Il coronavirus ha messo in ginocchio anche il traffico aereo, in particolar modo in Italia, con danni incalcolabili sulle società e preoccupanti riflessi sui lavoratori di tutti gli scali della penisola: specie nel settore dell’handling, i servizi a terra per passeggeri e compagnie aeree, servono interventi immediati per oltre 10mila addetti. Chiediamo al governo nazionale un decreto legge che consenta di integrare gli ammortizzatori sociali previsti dal Cura Italia, non penalizzando i lavoratori”. Lo dicono il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, e il segretario nazionale della Legea Cisal, Gianluca Colombino, intervenendo sulle difficoltà delle società handlers che in gran parte avevano già in atto degli ammortizzatori sociali. Si tratta delle società che si occupano dei servizi di assistenza a terra, carico e scarico bagagli, check-in, imbarco passeggeri e biglietteria. “È necessario che il governo si attivi subito per estendere l’integrazione del Fondo del trasporto aereo a tutte le forme di Cassa integrazione dovute al Covid-19 – continuano Cavallaro e Colombino – evitando così di far perdere a oltre 10mila lavoratori una quota consistente della retribuzione, per una cifra che in alcuni casi può andare da 400 a 800 euro al mese. Una situazione inaccettabile e a cui bisogna porre immediatamente rimedio, visto che si tratta di un settore nevralgico ed essenziale per il Paese. L’attuale statuto del Fondo del trasporto aereo, infatti, non consente di agire in modo chiaro, generando incertezze: siamo di fronte a un pericoloso vuoto normativo che va subito colmato con un Decreto e la modifica dello statuto, estendendo l’integrazione del Fondo del trasporto aereo a tutti gli ammortizzatori sociali attivati per il Coronavirus e quindi anche alle aziende non incluse nei Fondi Fis e bilaterali”.
15.44 – Raggiunto l’accordo sulla cassa integrazione in deroga in Sicilia. Leggi l’articolo.
14.24 – In Sicilia dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 8.374. Di questi sono risultati positivi 994 (148 + di ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 936 persone (+137 rispetto a ieri). Leggi qui i dati completi.
12.15 – Ottocento posti per i più fragili in Sicilia. “Per fronte all’emergenza Coronavirus e al problema sociale strettamente legato, anche le Opere Pie dell’Isola metteranno a disposizione le proprie strutture”. Lo annuncia il Presidente della Regione, Nello Musumeci.
Leggi: Ottocento posti a disposizione dalle Opere Pie
11.30 – I carabinieri del nucleo radiomobile di Palermo hanno sorpreso e denunciato 8 palermitani, di età compresa tra i 40 e i 76 anni, che giocavano a carte e bevevano birra in un magazzino trasformato in bettola contravvenendo alle disposizioni del governo per l’emergenza coronavirus
Leggi: Giocano a carte e bevono birra, trovati in una bettola. Otto denunce a Palermo
11.00 – Il Sunia chiede al governo regionale l’istituzione di un fondo di sostegno alla locazione con nuove e celeri modalità di accesso per tutti coloro che, come conseguenza dell’emergenza sanitaria, non sono più in condizioni di pagare l’affitto con regolarità. “Occorre evitare – scrive in una nota Giusy Milazzo, segretaria del Sunia Sicilia – che il disagio delle famiglie siciliane in affitto, per l’80% con redditi bassi, si acuisca e per questo il governo siciliano deve fare la sua parte.
Leggi: “Creare un fondo per le famiglie che pagano l’affitto”
10.45 – “La cassa integrazione? La Regione perde tempo. La nota di Confapi
10.30 – Si continua ad indagare sul boom di contagi che ha travolto il paese di Villafrati, nel Palermitano, al punto da rendere necessaria la chiusura di tutta l’area. Il rischio focolaio all’interno di una Rsa ha fatto scattare l’allarme: 72 in totale i contagi, tra i pazienti e gli operatori sanitari che lavorano nella struttura. E nulla avrebbe a che fare con la drammatica situazione una ragazza arrivata dal Nord. Villafrati è stata dichiarata ‘zona rossa’.
Leggi: Villafrati, virus in una casa di riposo. Una ragazza del Nord? Non è vero
10.00 – Sequestro della Finanza a Ragusa: trovati 4 mila flaconi di gel ‘sanificante’ illegale. Erano destinati ai cittadini. Si tratta di prodotti finiti negli scaffali di importanti centri di distribuzione, prodotti non sicuri perché mancanti delle certificazioni previste dalla normativa vigente.
Leggi: Gel disinfettante non a norma, scatta il maxi sequestro
Guarda il video del sequestro
9.30 – In ottanta ancora in attesa dell’imbarco per la Sicilia, ma a Villa San Giovanni si allenta la tensione dopo i primi sbarchi di ieri sera
Leggi: In 80 attendono ancora l’imbarco in Calabria, nuovi arrivi in Sicilia in mattinata
9.00 – Indagata in provincia di Ragusa una infermiera: è accusata di epidemia colposa. Positiva al Coronavirus, si era recata al lavoro. La procura di Ragusa ha aperto un fascicolo e sono state avviate le indagini per verificare se la donna avesse avuto sintomi che potevano in qualche modo metterla in allarme quando si trovava in servizio.
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