Processo Lombardo, sfilano i big |Sentiti Sudano, D'Urso e Sardella - Live Sicilia

Processo Lombardo, sfilano i big |Sentiti Sudano, D’Urso e Sardella

Cambia il collegio difensivo dell'ex governatore Raffaele Lombardo: Filippo Dinacci, avvocato di Berlusconi e Guido Bertolaso, subentra a Franco Coppi.

CATANIA – Continua il processo d’appello che vede imputato Raffaele Lombardo condannato in primo grado a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. La novità di oggi è l’ingresso nel collegio difensivo del professor Filippo Dinacci: l’avvocato di Berlusconi e di Guido Bertolaso subentra a Franco Coppi. In rassegna ben quattro testimoni chiamati dalla difesa: l’ex senatore Domenico Sudano, il sindaco di Misterbianco Antonino Di Guardo, la dirigente comunale Gabriella Sardella e l’ingegnere Tuccio D’Urso, ex capo dell’ufficio speciale emergenza traffico del comune di Catania.

Il primo a sedersi di fronte al collegio giudicante presieduto dalla giudice Tiziana Carrubba è Mimmo Sudano chiamato a riferire sulla variante urbanistica che consentì l’avvio dei lavori del centro commerciale “Porte di Catania”. L’approvazione della variante avvenne quando Sudano era assessore all’Urbanistica al comune di Catania: “Io portai in giunta la proposta di variante in qualità di assessore competente ma il progetto e la proposta provenivano da un’apposita commissione e dalla conferenza dei servizi”. Alessandro Benedetti, altro componente della difesa dell’ex presidente della Regione, chiede se fosse stata fatta una valutazione politica del progetto e Sudano risponde che “in quel periodo si pensava che i centri commerciali avrebbero rappresentato un’opportunità per lo sviluppo del territorio, ma oggi – ha commentato Sudano – sappiamo che non è così”. Ammette di conoscere Mario Ciancio, “non come imprenditore ma in qualità di editore de La Sicilia” e aggiunge che politicamente Raffaele Lombardo era “contrario alla variante”.

È il turno dell’architetto Gabriella Sardella, all’epoca dei fatti responsabile ad interim del servizio attuazione della pianificazione del Comune di Catania: “Non ho ricevuto mai pressioni da nessuno – ha ribadito la funzionaria – né dagli altri dirigenti dell’Ufficio, né tantomeno da Lombardo che conosco solo di vista”. “Io presi in mano l’iter amministrativo dal mio predecessore, l’ingegmnere Vito Paladino che era andato in pensione, intraprendendo anche un contenzioso con la ditta sugli oneri di urbanizzazione che purtroppo mi ha dato torto”. “Rimasi esterrefatta dalla polemica che montò sulla stampa in merito al mio coinvolgimento nella questione – ha dichiarato in aula – poiché i giornalisti che trattarono l’argomento mi attribuirono la responsabilità di non aver passato al vaglio del consiglio comunale la variante sulla concessione, confondendola con la variante urbanistica”.

Antonino Di Guardo, sindaco di Misterbianco, si attribuisce il “merito” della pianificazione del centro commerciale “La Tenutella” avvenuta “tra il 1999 e il 2000”. “Incontrai l’ingegnere Galeazzi dell’Ira costruzioni” e “ho invogliato la ditta a presentare un progetto da portare in consiglio comunale per ottenere la variante necessaria”. Nessuna indicazione o pressione arrivò da Raffaele Lombardo, per molto tempo considerato da Di Guardo “il classico democristiano che cerca voti”. Valutazione che mutò prospettiva “quando ci fu il sostegno alla sua giunta regionale da parte del Pd”. Anche lui ha dichiarato di conoscere Mario Ciancio solamente in qualità di editore.

La lunga testimonianza di Tuccio D’Urso si è soffermata sulla sua personale storia politica e sui processi subiti per la questione dei parcheggi. I “litigi” politici con Lombardo però vennero messi da parte quando l’ex presidente della Regione richiese il suo intervento, in qualità di capo dell’ufficio speciale emergenza traffico sotto l’amministrazione Scapagnini, per “sbloccare” la situazione della ditta Malluzzo, che stava facendo i lavori sull’asse attrezzato Librino – Corso Indipendenza, raggiunta da un provvedimento di sequestro che riguardò proprio le travi messe in opera per il completamento del collegamento stradale suddetto. Raffaele Lombardo si rivolse a lui – come testimoniato da un’intercettazione telefonica letta durante l’udienza – per sapere i dettagli della questione. “Lombardo non mi ha mai segnalato Mariano Incarbone” ha affermato in chiusura D’Urso in merito all’affare del Parcheggio Sanzio”.

L’udienza si è conclusa con le ormai “rituali” dichiarazioni spontanee di Raffaele Lombardo che ha ribadito la sua estraneità alle presunte “pressioni” ipotizzate dall’accusa.


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