CATANIA. Il bubbone è esploso ed ha centrato in pieno il sistema sul quale si regge il commissariamento della discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia. Nell’occhio del ciclone quei 45 mila euro lordi che i due commissari nominati dalla prefettura percepiscono mensilmente, non tanto (e non solo) per la gestione, ma soprattutto per quello che avrebbe dovuto essere l’iter di chiusure del sito in questione. La vicenda sulle quali ad inizio agosto era intervenuto il deputato nazionale, Giuseppe Berretta, è stata rilanciata con forza questa mattina dalle colonne del “fattoquotidiano.it”: i documenti che certificano le retribuzioni sono stati scovati dal collega Saul Caia.
COSA SCRIVE “IL FATTO”. “Il cumulo dei compensi, conferma la stessa prefettura, è di 45mila euro lordi al mese per l’ingegner Riccardo Tenti (Valanghe d’Inverno, Ipi e Oikos, netto 15.300 euro) e altrettanti per il commercialista Maurizio Cassarino (idem, ma il netto è di 18.900 euro). L’esborso aumenta considerando anche le retribuzioni dell’ex prefetto Stefano Scammacca (discarica Valanghe) per 25mila euro lordi al mese, del generale dei Carabinieri in pensione Carlo Gualdi (Oikos) per 8.500 e dell’avvocato Giuliano Fonderico (Ipi) per 9mila.Al momento della nomina però non era stato specificato il corrispettivo economico dei singoli amministratori giudiziari, ma veniva “rinviato ad un successivo provvedimento la fissazione del compenso professionale per le attività”. “Solo dopo la mia richiesta agli atti fatta direttamente agli uffici prefettizi e la mia interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano – spiega il deputato del Pd Giuseppe Berretta – i provvedimenti richiesti sono stati pubblicati sul sito della Prefettura nella sezione trasparenza”. La Prefettura di Catania, interpellata da ilfattoquotidiano.it, puntualizza: “Il presidente dell’autorità anticorruzione Cantone è stato informato di tutti i provvedimenti che abbiamo preso – spiega il capo di gabinetto Licia Donatella Messina – ma in assenza di un regolamento ministeriale dovevamo comunque adottare un sistema”.
Sin qui la storia. O, perlomeno, una parte della storia. Già, perché, nel frattempo, il “Comitato No Discarica Misterbianco e Motta” ha ufficialmente chiesto la revoca dei dei commissari. La vicenda è tutt’altro che chiusa.