Rifiuti, lo stop a Oikos riporta la Sicilia sull'orlo della crisi - Live Sicilia

Rifiuti, lo stop a Oikos riporta la Sicilia sull’orlo della crisi

Dopo la sentenza del Cga sull'illegittimità del rinnovo dell'Aia alla discarica di Motta, il sistema-immondizia nell'Isola rischia di nuovo.

CATANIA – “La Regione ci convochi domani, noi siamo pronti“. Rocco Todero ha il solito piglio risoluto. L’avvocato della ditta Oikos, proprietaria della discarica di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, non usa fronzoli: “Chiudiamo, sì, ma senza che siano state rilevate criticità sotto i profili sanitario e ambientale“, dichiara Todero a LiveSicilia. Da ieri mattina il suo telefono squilla per parlare della sentenza del Cga che dichiara illegittimo il rinnovo dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per la discarica di contrada Valanghe d’inverno. Un gigante di immondizia a cui adesso è la giustizia amministrativa a chiudere i cancelli, dopo anni di battaglie dei Comitati No Discarica dei Comuni di Motta e Misterbianco, i due più vicini all’impianto. “Dalla provincia di Ragusa sono stati i primi a chiedere che cosa succede adesso – commenta Todero – Ma è chiaro che noi, aperti, diamo una grossa mano al sistema di smaltimento dei rifiuti di tutta la Sicilia“. Ma a Ragusa vanno aggiunti anche Un sistema che, adesso, rischia di trovarsi di nuovo sull’orlo del collasso.

La particella 131

La sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo mette un punto fermo, intanto, sulla questione della particella 131. L’ormai famoso pezzo di discarica che appare in un documento, senza data, e scompare negli altri. Per un “mero errore materiale“, sostiene da sempre il colosso della spazzatura della famiglia Proto. Giustificazione che i giudici, prima del Tar e adesso del Cga, hanno deciso di non accogliere. Aggiungendo, inoltre, anche il mancato rispetto della distanza minima di tre chilometri dal centro abitato più vicino: “E questo – spiega il legale – riguarda al massimo solo l’ampliamento, non l’intero impianto”.

“Riguardo alla particella 131 noi riteniamo che i giudici abbiano commesso un errore: i Comuni sanno che abbiamo presentato la celebre Tavola 03 già nel 2007“, prosegue Todero. Solo che la tavola che include quella porzione di terreno, un ettaro in tutto, non è stata protocollata. E porta solo la firma dell’architetto Antonio Cannova, il funzionario regionale condannato in primo grado per corruzione proprio insieme a Mimmo Proto, il patron della discarica.

“A prescindere dal nostro convincimento, però, – continua l’avvocato – rispettiamo la sentenza e chiudiamo. Ma adesso la Regione ci dica cosa fare. Ci convochino domani, noi siamo pronti. Siamo pronti a ripristinare le condizioni ambientali ottimali della particella, a spostare gli impianti e i rifiuti che ci avevamo abbancato sopra, lo spazio lo abbiamo. Possiamo fare tutto quello che ci dicono di fare, purché ce lo dicano e lo facciano con urgenza”. Perché è tutto il sistema dei rifiuti in Sicilia che rischia di prendere un altro colpo difficile da reggere. “Oikos è disposta a presentare immediatamente un progetto di riqualificazione della particella 131, a ripartire con una nuova richiesta di Autorizzazione ambientale. L’ultima volta ci sono voluti tre anni perché arrivasse, ce ne vorranno altri tre? Noi siamo disposti a sanare la criticità della particella, ma nel frattempo se i rifiuti non si abbancano da noi dove vanno? È un problema che non riguarda noi come azienda, ma noi tutti come cittadini”.

Le discariche al tracollo

Ed è questo il punto che resta di difficile risoluzione. Perché se è vero che quella al Cga è una vittoria schiacciante delle ragioni degli attivisti dei territori, che da sempre si battono per la chiusura dell’impianto di conferimento di rifiuti solidi urbani, è altrettanto vero che è una goccia che rischia di fare tracimare il vaso di una monnezzopoli in potenza.

Il 2 settembre 2022, rispondendo a un quesito di Oikos, il dipartimento Rifiuti della Regione Siciliana ha elaborato una tabella che riepilogava lo stato di tutte le discariche di Sicilia. Ci sono i nomi degli impianti, le volumetrie residue disponibili e, soprattutto, i flussi medi mensili di rifiuti che vengono portati in ciascuno di essi. Il calcolo matematico, aggiornato a quasi un anno fa, è impietoso.

Le “volumetrie residue”

La discarica della Sicula Trasporti, tra Lentini e Catania, è incapace ormai da due anni di abbancare altra spazzatura, da molto più tempo è ferma quella di Ragusa. La discarica di Gela, gestita dalla Srr (Società regolamentazione rifiuti) locale a marzo 2022 aveva una volumetria residua di 285.556 metri cubi e un flusso medio mensile di 26.100 tonnellate. A fare i conti, ammettendo oscillazioni verso il basso del flusso di immondizia, l’autonomia è risicata. Molto meglio va alla discarica di Siculiana (provincia di Agrigento), gestita dalla società Catanzaro Costruzioni: i dati aggiornati a luglio 2022 parlavano di 664mila metri cubi di spazio disponibile, a fronte di conferimenti mensili per 14mila tonnellate.

Discorso a parte va fatto per la discarica di Bellolampo, a Palermo. Il capoluogo regionale vive in attesa di conoscere l’esito dei rilievi, richiesti dalla Rap (la società partecipata che gestisce l’impianto), a proposito della reale volumetria residua della IV vasca. Perché la III bis sembra essere già oltre la sua capienza massima. Non è chiaro, quindi, in mancanza di ampliamenti, quanto a lungo Bellolampo possa reggere la botta degli smaltimenti panormiti. A settembre 2022 aveva dichiarato una volumetria residua di 50mila metri cubi, secondo il documento regionale di cui LiveSicilia è in possesso.

E si arriva così alla condizione di Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia. A giugno 2022, ai tempi della chiusura dovuta alla sentenza del Tar di Catania sull’Aia 2019, la volumetria residua era di 306.440 tonnellate. Poi, però, Oikos aveva ottenuto la sospensione cautelare della sentenza, in attesa che il Consiglio di giustizia amministrativa si esprimesse. Così, per qualche mese, Valanghe d’inverno aveva riaperto i battenti. Oggi dovrebbe esserci spazio per una quantità di immondizia che oscilla tra le 240 e le 200mila tonnellate. Che adesso rimangono lì, inutilizzabili ma disponibili. Mentre si cerca di capire se tutto il resto crollerà.


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