CATANIA – La testa del sovrintendente Gari, colpevole di non aver difeso le ragioni del Bellini. È quello che chiedono – e lo hanno fatto anche stamattina, in occasione della presentazione della stagione sinfonica del Teatro Massimo di Catania – i dipendenti dell’ente che, pur garantendo che non priveranno la città della musica, rimangono sul piede di guerra. Attendono ancora quattro mensilità, infatti, e sono preoccupati che la penuria di risorse e la mancata erogazione del contributo regionale per intero possa danneggiare ulteriormente il teatro, impedendo la corretta programmazione, fondamentale per organizzare un cartellone che sia degno di questo nome.
“Chiediamo le dimissioni della sovrintendente Gari per l’inerzia che ha dimostrato – ha spiegato uno dei professori d’orchestra del Bellini – e per il fatto di non avere sostenuto la nostra protesta nel modo adeguato, alzando la voce se necessario contro chi sembra voler uccidere questa istituzione. La protesta continuerà – ha proseguito – ma non priveremo la città della musica: noi volgiamo suonare”.
Eppure, proprio oggi, nel corso del suo intervento, la Gari ha evidenziato quale enorme sforzo abbia prodotto per rimettere il Bellini sui binari giusti a livello finanziario e aver invertito la tendenza “che stava portando il teatro verso il baratro” – ha affermato la sovrintendente che ha evidenziato come sia stato necessario compiere scelte drastiche e dolorose, per ristabilire le regole. “Le proteste non servono al teatro – ha aggiunto – ma forse qualcuno non vuole che si faccia l’operazione verità che abbiamo avviato”.
E ha elencato tutte le azioni avviate per rimettere in sesto il teatro, a cominciare dalla decisione di finanziare le opere prima di metterle in scena, e non dopo come in passato, dall’aver ridotto le spese di rappresentanza ma soprattutto per aver abbattuto gli straordinari, passati dai 725 mila euro del 2008 a 39 mila euro inseriti nel bilancio 2013. E tutto questo, a fronte di contributi regionali passati dai 21 milioni del 2009 ai 14 del 2010. “E’ la Regione ad aver ritardato l’erogazione dei fondi – ha continuato la Gari – e, l’incertezza dei finanziamenti, ha comportato i ritardi nel pagamento delle spettanze oltre al fatto di non poter programmare”.
Per quanto riguarda il pagamento delle spettanze, l’assessore regionale al Turismo e Cultura, Michela Stancheris, ha però assicurato ai dipendenti che il mandato di 800 mila euro che attendevano è stato emesso. “Il problema rimane l’extra ordinario – ha spiegato – per cui ho proposto di mantenere, per il prossimo anno, lo stesso budget di quest’anno”. Per il futuro, l’idea della Stancheris è quella di creare tre fondi per i teatri; il primo, il Fores, una sorta di Fus, per premiare dunque la qualità della programmazione e gli enti virtuosi; il Fogest, dedicato esclusivamente agli enti pubblici e il Ris, una riserva straordinaria cui attingere – a interesse agevolato – in caso di problemi finanziari. “Abbiamo presentato un progetto di riforma dei teatri – ha concluso – che possa riformare un settore di cui abbiamo bisogno”.