CATANIA – Continua inesorabile la lunga e calda estate di lotta dei 76 ricercatori del Centro Europeo Tossicologico. Neanche le temperature roventi di quest’oggi, infatti, hanno fermato i 76 ricercatori dal protestare con più di due ore di sciopero, dinanzi la sede del colosso farmaceutico Pfizer. Ovvero, la compagnia farmaceutica americana di fama mondiale, che due anni fa, per motivi non chiari, decise di cedere, in via definitiva, il Centro di Ricerca insieme ai suoi 76 dipendenti. Il ramo d’azienda fu, però, immediatamente rilevato dalla società milanese “Myrmex Spa”, a cui fa capo l’avvocato pavese Gian Luca Calvi. L’imprenditore s’impegnò, dunque, ad assicurare la continuità operativa del Centro qui Catania.
La Myrmex, la cui sede è a San Donato Milanese , risultava all’epoca nuova nell’ambito della Ricerca tossicologica, ma è tutt’ora altamente specializzata, nel settore ortopedico e leader nella commercializzazione di protesi. “L’acquisizione del Centro di Ricerca di Tossicologia a Catania – disse il manager Calvi nel settembre del 2011, nella conferenza stampa in cui spiegava entusiasta i termini dell’acquisizione del Centro – è un impegno che Myrmex sottoscrive e conferma per il futuro”.
Peccato che a distanza di quasi due anni, lo stesso Centro specializzato nella “sperimentazione preclinica di nuove molecole farmacologicamente attive” rischi oggi la chiusura definitiva. Il 16 settembre prossimo, infatti, scadrà la famosa clausola di “ stabilità occupazionale” che, fino adesso, ha permesso di mantenere inalterato il livello occupazionale del Centro di Ricerca in questione.
Ed è stato proprio il Socio unico della Myrmex a specificare in un recente incontro con i sindacati che “ la clausola per la tutela dei posti di lavoro dei Ricercatori rappresenterebbe un obbligo con Pfizer e non con il sindacato” , aggiungendo che dipenderebbe tutto dalla Regione Sicilia, rea di non avere rispettato gli impegni assunti al momento della cessione. Ma non è tutto. All’epoca infatti, l’acquisizione avvenne proprio con il benestare dell’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo, e sulla base di un ambiziosissimo “business plan” ( poi più volte cambiato nell’arco dei due anni) di cui tutti i ricercatori risultano firmatari. Ma gli stessi 76 ricercatori, oggi, continuano a tormentarsi nel cercare di comprendere come mai una volta avvenuta la cessione, non hanno mai lavorato un solo giorno ad un progetto di ricerca.
A protestare davanti lo stabilimento Pfizer quest’oggi insieme ai ricercatori c’era nuovamente Margherita Patti, segretario confederale Cgil. “ Finalmente siamo riusciti – spiega a LiveSiciliaCatania – ad ottenere per giovedì un incontro con l’assessorato regionale alle Attività Produttive. Naturalmente, siamo speranzosi, ma non ci illudiamo. Ormai siamo un po’ disincantati”. Ma non muore la speranza d’individuare un’intesa con le parti, “ Non vorremmo – aggiunge – che quest’incontro sia l’ennesima passerella, ma che invece si ponga una soluzione definitiva. Dopo la pausa estiva nessuno avrà più alibi, e i ricercatori andranno avanti ad oltranza e diventerà sempre più difficile – conclude – governare la loro esasperazione e preoccupazione”.
Ma c’era anche Giuseppe La Mendola ( Fialc-Cisal). “ Ho già dichiarato più volte – afferma La Mendola – che le Istituzioni debbano giocare un ruolo fondamentale nella risoluzione di questa vertenza. Ma da sole non bastano. Qui siamo di fronte ad una situazione industriale di cessione di un ramo d’azienda che a mio avviso risulta molto strana. Noi non abbiamo – continua – gli strumenti per venirne a capo, per questo ci siamo rivolti alla Magistratura affinché si faccia luce”. Infine anticipa: “ Il sindacato Cisal per il prossimo 3 settembre è riuscito a convocare l’amministratore Gian Luca Calvi per un incontro all’Ufficio del Lavoro, nel quale dovrà rispondere, senza indugi, in merito al futuro di questi lavoratori”.