CATANIA. E’ uscito indenne, o quasi, da una epurazione del centrodestra catanese al limite dell’estinzione. Manlio Messina, vice capogruppo uscente del Pdl, ce l’ha fatta: il sesto scranno utile nella lista dei pidiellini se l’è aggiudicato lui. Ora, però, resta da sciogliere un dubbio amletico (si fa per dire): sarà opposizione intransigente o accomodante? Secondo Manlio Messina si tratterà di una minoranza che “agirà in maniera costruttiva”. Ed i più “radicali” storceranno, probabilmente, già la bocca.
Cominciamo da principio: essere tra i pochissimi ad essere stati rieletti, è più un vanto o una consolazione?
“Di norma, la riconferma è sempre la parte più difficile di un percorso. Se sono stato riconfermato significa che, tutto sommato, ho lavorato bene: il detto ‘Chi semina vento raccoglie tempesta’ ha un senso, ed io devo dire che in questi anni ho dimostrato di avere lavorato. Ringrazio, ovviamente, chi ha creduto in me”.
Alla luce dell’impietoso risultato elettorale: credete di aver sbagliato più in campagna elettorale o nei cinque anni trascorsi?
“Io ritengo che l’errore che ha fatto l’amministrazione Stancanelli sia stato quello di quello di gestire male i rapporti con i partiti nel corso dei cinque anni. Mi rendo conto che Stancanelli è stato concentratissimo sulla situazione dei conti del Comune per evitare conseguenze drammatiche. Per cui, alcune volte non è stato politicamente abbastanza lucido nelle decisioni”.
Tutta colpa della politica, allora?
“Beh, sa qual è il mio maggior rimpianto?”.
Prego.
“Abbiamo pubblicizzato realmente poco quello che abbiamo fatto in questo cinque anni. Si è pensato più a lavorare che a ‘vendere’ le cose che sono state fatte. E questo è stato un errore. Negli ultimi due mesi abbiamo provato a far conoscere tutta la mole di lavoro che abbiamo fatto ma, ormai, era troppo tardi”.
In consiglio comunale Manlio Messina farà l’oppositore. Si tratterà di una opposizione intransigente o “ecumenica”?
“Personalmente, ho fatto parte della maggioranza ma non ho mai avuto un ruolo di ‘yes man’. Lo stesso principio varrà anche nel mio lavoro da consigliere di minoranza: faremo una opposizione costruttiva ma, per il bene della città e dei catanesi, siamo pronti a votare quegli atti che riteniamo utili alla comunità. Così come siamo pronti a tirare sù le barricate quando gli atti non ci convinceranno”.
Sta dicendo che vi sarà un clima di collaborazione?
“Assolutamente. Perchè la città ha bisogno di un clima di collaborazione e di un clima sereno: così come la politica e la città. Siamo pronti al dialogo con i nostri avversari”.
Fatto sta che ha già detto di volere depositare una interrogazione consiliare a proposito del Brt.
“Vista un pò anche la campagna elettorale che è stata condotta da Enzo Bianco e che parlava di eliminare il Brt: su questa cosa ci vogliamo premunire e vogliamo mettere già adesso in chiaro le cose”.
Cioè: occorre insistere sul Brt?
“Io ritengo di sì. Si deve andare avanti per questo percorso”.
Sarei curioso di sapere che opposizione sarà in grado di fare il Pdl a Palazzo degli Elefanti.
“Tranne, credo, una persona poi è tutta gente d’ esperienza. Di sicuro, punteremo all’unione tra i gruppi: con Tutti per Catania e Grande Catania. Vogliamo essere costruttivi e degni del ruolo”.
Ma, alla fine, cosa vi ha insegnato la batosta elettorale appena passata?
“Non voglio apparire presuntuoso ma la politica e la democrazia si basano sul criterio dell’alternanza. E, dunque, ci sta di stare adesso all’opposizione. La mi storia personale ed il gruppo che rappresento, costituiscono la base dell’opposizione. Non ci spaventiamo a farla perchè non siamo per le poltrone. Vigileremo su ciò che farà la maggioranza”.