Catania – “Qua è la salvezza di Catania: il signo’ Bianco! Menu mali ca sta turnannu!” urla Mario D’Urso, da dietro il banco della sua macelleria in via Riccioli, in pescheria, dove oggi il candidato sindaco è stato accolto da venditori e cittadini. Al centro dei discorsi, come sempre il lavoro, ma anche la sorte dei mercati storici. Francesco Mirabella urla: “Dobbiamo ripulire la pescheria e fare arrivare qui i turisti, i crocieristi, perché i catanesi soldi non ne hanno più”. A sognare, per altri motivi, un mercato più ordinato e accessibile è anche Angelo Marchese, che spiega: “Mio fratello è sulla sedia a rotelle, che qua non ci passa, così non può venire più e ci soffre”. C’è anche qualche voce fuori dal coro: “Non cambierà mai niente!”, esclama una commerciante. Ma Bianco ammonisce: “Chi si arrende ha già perduto”.
Angela Cultraro e Giuseppe Gulino, marito e moglie, ringraziano Bianco per aver deciso di fare a Librino la manifestazione di chiusura della campagna elettorale: “Allura ni videmu dumani, cu’ tutti ‘ddi belli cantanti!”. Rosario Zappalà sta tagliando, con estrema perizia, delle fette di maiale. “Un artista!” commenta Bianco, e il macellaio, scherzando, tra risate e applausi, chiama a raccolta i clienti: “Tutti qua, tutti qua, assistete al taglio!”.
Nel suo chiosco Riccardo Finocchiaro chiede al “sindaco” di farsi fotografare con lui: “È il numero uno, soprattutto per noi giovani” dice. Salvatore Allegra gli offre un cacucciuliddu spinusu, i piccoli carciofi selvatici di Sperlinga: “Ci vulissi ‘n pocu di vinu russu, veramenti”.
Arcangelo Sciuto è scaramantico e regala a Bianco un mazzo di aglio “Contra ‘i mavari e ‘i cucchi!”. Anche Maurizio e Gaetano Pellegrino gli offrono mandorle appena tostate “beneauguranti” e Bianco compra profumatissime fragoline dei boschi di Maletto. Michele Lombardo gli vende delle albicocche damaschino, commentando, “Chistu sì ca ‘a sapi fari ‘a spisa”. Sulla stessa linea Carmelo Costanzo: “Si scartau ‘i pumadoru chiù perfetti!”.
“Dobbiamo lavorare per i ragazzi – dice a tutti il candidato sindaco – e costruire per loro una città di cui essere orgogliosi”. Carmela Serafino lo blocca, decisa: “Voglio che fa tornare la città elegantina e ordinata come era una volta, quando c’era lei a fare il sindaco”. Carmelo Toscano gli offre un pomodoro sott’olio, Bianco rifiuta perché ha appena preso il caffè. ‘”U capisciu – risponde quello – ma s’u purtassi ‘a casa ca è spiciali!”. Elena Butera lo ringrazia per il protocollo d’intesa sui randagi da lui firmato.
Il giro si conclude tra i pisciari, i pescivendoli sistemati lungo le mura di Carlo V. Orazio Scardaci e Foffuccio Vittorio gli offrono un gambero di nassa, e gli chiedono di creare al porto un parcheggio per chi vuol venire a comprare in pescheria e delle linee di bus dedicate. “È tutto previsto – dice Bianco – e spiega il suo progetto”. I pescivendoli si radunano attorno, assentiscono. “Ci cascassiru ‘i manu a cu’ nun vota Bianco, macari si fussiru ‘i me’ figghi!”, chiosa Giuseppa Marino.