Forse le parti si sono avvicinate, forse no. Sicuramente Confindustria e Lombardo si sono incontrati, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Il risultato è un cauto e lungo comunicato degli industriali che vale la pena di leggere, con qualche taglio necessario: “Dalla Legge Finanziaria ci aspettiamo semplicemente che contenga segnali concreti di discontinuità rispetto al passato in materia di contenimento della spesa pubblica, bloccando nuove assunzioni a tempo indeterminato ed evitando la creazione di nuovo precariato non più sostenibile dalla finanza pubblica, prevedendo norme, invece, che contribuiscano ad accelerare la spesa per investimenti sia pubblici che privati”.
“Subito dopo, Confindustria Sicilia è dell’avviso che la situazione complessiva dell’economia siciliana richieda l’istituzione di un tavolo di confronto tra governo e parti sociali per affrontare con urgenza le questioni sul tappeto”.
“Lo dichiarano – prosegue il comunicato – il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, e il vice Antonello Montante, a margine dell’incontro che Confindustria Sicilia ha avuto a Roma presso la sede della Regione Siciliana col governatore Raffaele Lombardo, su suo invito (sottolineatura, ndr). Il tavolo di confronto con il Governo, secondo Confindustria Sicilia, in primo luogo dovrà affrontare la rimodulazione delle risorse extraregionali, comunitarie e nazionali (ordinarie e FAS). Attualmente solo per i programmi regionali (FESR, FSE, PSR) che utilizzano risorse comunitarie si contano oltre 300 linee di intervento, che ingolfano i vari dipartimenti e producono solo dispersione delle risorse. Sul P.O. FESR, 6,5 miliardi di dotazione finanziaria, si registrano pagamenti per soli 397 milioni di euro, appena il 6%, per la maggior parte effettuati sui Fondi Jessica e Jeremie, che ha consentito di evitare il disimpegno automatico nel dicembre 2009. La rimodulazione della programmazione comunitaria dovrà essere caratterizzata da una visione strategica unitaria con le risorse FAS 2007-2013, che oggi si caratterizzano per un eccessivo sbilanciamento su presunte priorità come la “valorizzazione delle risorse umane” (246 milioni di euro) e “ valorizzazione degli attrattori culturali e territoriali” (903 milioni di euro), senza contare i cosiddetti progetti di interesse strategico regionale da finanziare con fondi FAS 2000-2006 che sempre sulle priorità “valorizzazione delle risorse umane” e “attrattori culturali.” prevedono impegni rispettivamente per 666 milioni di euro e 254 milioni di euro. Tali presunte priorità sommano complessivamente 2,069 miliardi di euro”. Insomma, una serie di richieste piuttosto pressanti sul tappeto. Il dolce è in fondo.
“E’ indubbio che la rimodulazione dovrà tenere conto di un diverso e produttivo impiego di tali risorse. Altra priorità dovrà riguardare la semplificazione amministrativa e dovrà avere come conseguenza immediata lo snellimento delle procedure e degli iter autorizzativi, potenziando adeguatamente e strutturalmente settori strategici dell’Amministrazione regionale (ambiente, energia, attività produttive). Abbiamo la massima attenzione per l’ambiente, ma bisogna rispondere alle aziende nei tempi previsti dalla legge (180 giorni come tempo massimo), con un “sì” o con un “no” , ovviamente motivato. Oggi cittadini ed imprese non ricevono risposte nei tempi dovuti e ciò mina la credibilità della Regione, disincentiva l’attrazione degli investimenti che vengono dirottati verso altre aree a causa dei tempi autorizzativi eccessivamente lunghi. Lo Bello e Montante hanno segnalato al Presidente Lombardo la perdurante presenza nell’apparato burocratico ed in settori della politica di una diffusa cultura di intermediazione parassitaria che negli anni ha compromesso lo sviluppo della Sicilia e ancora oggi produce rilevanti danni all’economia. A questo proposito Lo Bello e Montante, convinti che il nuovo dispositivo potrà salvaguardare da pressioni clientelari gli stessi dipendenti pubblici che fanno il loro dovere, hanno proposto l’istituzione di un garante, scelto tra personalità di alto profilo, come ad esempio magistrati o esponenti del mondo accademico, a cui cittadini ed imprese potranno segnalare tutti i casi di violazione del codice etico”. E’ in embrione (quasi quasi) la stessa idea proposta da un editoriale di Livesicilia. Un comitato di saggi e di garanti a tempo per salvare l’Isola, evitando la “maledizione” della politica e della burocrazia. Qui si propone una sorta di” commissario” che garantisca per i cittadini, un’autorità superiore alle “autorità”. Ci siamo quasi.