I sei “lealisti” ex An del gruppo parlamentare del Popolo della libertà all’Assemblea regionale siciliana hanno sottoscritto un documento nel quale si dissociano dalle posizioni di Fini. Salvino Caputo, Giuseppe Buzzanca, Marco Falcone, Santi Formica, Salvo Pogliese e Vincenzo Vinciullo affermano di non volere “né scissioni, né fronde, né correnti”, ma dicono “sì al dibattito interno e al rispetto di tutte le posizioni, ma le decisioni finali, impegnative per tutti, vanno affidate agli organi di volta in volta competenti”. “La nostra adesione al Pdl – continuano – è stata una scelta coerente e fondata su un progetto che contribuisce, in maniera decisiva, alla costruzione di una democrazia bipolare. Esprimiamo, pertanto, un chiaro giudizio positivo sul governo guidato da Silvio Berlusconi e, restando fermamente convinti che il Pdl rappresenti una scelta giusta e irreversibile, contribuiremo ulteriormente a rafforzarlo restando all’interno del partito”. All’Ars il Pdl è diviso in due gruppi: i cosiddetti “lealisti”, passati all’opposizione nel secondo governo guidato da Raffaele Lombardo (Mpa) e il Pdl-Sicilia, che sostiene l’esecutivo e fa capo al sottosegretario Gianfranco Micciché.
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