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Davide Enia
Ti ricordi quando prima dell’inizio della partita c’era quasi silenzio allo stadio?
Esiste un suono sottile e leggero prima della pioggia, è quasi un fruscio. E prima della danza, c’è il suono di una corda tesa. Anche lo stadio aveva un suo suono prima dell’inizio della partita: qualcosa che progressivamente si andava riempendo. I piedi sugli scaloni, gli striscioni montati in curva, l’abbannìo dei ghiacciolari, amici che si chiamano a voce, i giornali sfogliati distrattamente eppoi ripiegati sotto il culo, i fischi di approvazione per le femmine e le loro curve in curva, che se la partita è orribile almeno taliàndole uno si salva la domenica, le cannaròzze riscaldate per meglio incitare o fischiare, le mani battute per freddo o semplice tampasìo. Oggi invece è arrivata la modernità: è il tempo della radio a filodiffusione e del DJ che pontifica. Il silenzio, dicono, non è televisivo. Perché di questo si tratta: della televisizzazione dello stadio. Infatti adesso il fischio d’inizio assomiglia sempre di più al rutto di chi è già sazio. La partita è ormai in secondo piano. Minchia, pare quasi assurdo ma il calcio un tempo era uno sport… ti ricordi quando prima dell’inizio della partita c’era quasi silenzio allo stadio?