PALERMO – Quasi 1.200 tonnellate di rifiuti per le strade, destinate ad aumentare di altre 400 al giorno. Non accenna a scemare la crisi in cui è piombata Palermo e la settimana non inizia sotto i migliori auspici: perché se da un lato l’impianto Tmb di Bellolampo è riuscito a tornare a pieno regime, dall’altro il servizio di raccolta è fermo al 50%. Un’emergenza che si è manifestata con le scene a cui ormai la cronaca recente di questi anni ha abituato i palermitani: cassonetti stracolmi e discariche abusive sorte qua e là, con le periferie che sembrano aver risentito maggiormente gli effetti di un servizio che procede a singhiozzo.
Ma a pesare è anche la crisi politica che ha investito il Comune: la Rap sabato ha attaccato frontalmente la Regione e in particolare l’assessore al ramo Alberto Pierobon, scatenando l’ira (rimasta però riservata) del sindaco Orlando che non avrebbe gradito la strategia della sua partecipata. Una tensione che per tutta la giornata è corsa sotto traccia, ma che la dice lunga sul clima che si respira tra i corridoi di Palazzo delle Aquile.
Una città piena di rifiuti
L’ultima stima, aggiornata a ieri sera, parla di 1.200 tonnellate di rifiuti per le strade. L’impianto di Bellolampo, nell’arco di 24 ore, secondo i resoconti Rap è riuscito a fare gli straordinari “lavorando” 750 tonnellate di immondizia, ossia il massimo per un Tmb di questo tipo. Adesso l’impianto al suo interno è praticamente vuoto e gli operai sono riusciti ad aggredire anche le circa 7 mila tonnellate di immondizia che stazionano sul piazzale. Ieri pomeriggio si è tenuta una riunione tecnica e il responso è che, assicurate le vie di fuga e quindi garantita la sicurezza per i lavoratori, si potranno portare a Bellolampo circa 500 tonnellate al giorno.
Peccato che Palermo produca quotidianamente una media di 950 tonnellate e i conti sono presto fatti: circa 400 tonnellate rimarranno ogni giorno per strada, costringendo i compattatori a lavorare a mezzo servizio. L’alternativa, del resto, sarebbe intasare nuovamente l’impianto portandolo al blocco.
La valvola di sfogo
La Rap è alla ricerca di soluzioni tampone: la Regione ha autorizzato per ieri un conferimento straordinario una tantum di 200 tonnellate a Gela, prese dal piazzale, ma la partecipata sta trattando con l’impianto nisseno e con quello di Trapani servizi perché ricevano più rifiuti. Una strada obbligata, visto che per la riapertura di Alcamo (dove Rap conferiva 250 tonnellate al giorno) è ancora troppo presto. Tra oggi e domani l’Arpa dovrebbe autorizzare la liberazione del sottovaglio del Tmb, pari a 5 mila tonnellate, il che potrebbe dare qualche sollievo all’azienda ma non risolvere il problema. E il punto è proprio questo: all’orizzonte non si vede una possibile soluzione immediata, con Palermo che rischia di rivivere l’ennesima emergenza dei rifiuti che potrebbero tornare a riempirne le strade.
Lo scontro politico
Ma la crisi, questa volta, ha anche un risvolto politico tutto interno. Se in passato il Comune non ha esitato ad attaccare frontalmente la Regione, stavolta il sindaco Leoluca Orlando ha deciso per una linea molto più soft: i rapporti del Professore con Pierobon vengono definiti molto buoni e la nomina di un orlandiano di lungo corso come Aurelio Scavone a capo di gabinetto in viale Campania sembra avvalorare questa tesi.
Stavolta lo scontro è tutto interno a Palazzo delle Aquile, in particolare con i vertici della Rap. La nota di sabato, con cui il presidente Giuseppe Norata e il Direttore Roberto Li Causi hanno attaccato Pierobon per difendersi dalle accuse di avere delle dirette responsabilità nella crisi, avrebbe mandato su tutte le furie il primo cittadino e ieri lo scambio di mail e messaggi tra piazza Pretoria e piazzetta Cairoli sarebbe proseguito. Orlando avrebbe mal digerito la scelta di Norata e Li Causi di rispondere per le rime all’assessore di Musumeci e il silenzio del Comune (proseguito ieri) è indicativo di una tensione ormai alle stelle.
Il Professore però avrebbe deciso di rinunciare, almeno per il momento, a silurare Norata: una scelta dettata probabilmente dalle difficoltà di trovare un sostituto che sia disponibile a guidare la Rap nel bel mezzo di un’emergenza di cui non si vede ancora la fine.