CATANIA – Una colazione amara per Luca Sammartino. Il deputato regionale di Italia Viva – campione di preferenze alle regionali 2017 – è stato rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione elettorale. La decisione del gup Luigi Barone è arrivata puntualissima – pochi minuti dopo le 8.45 di questa mattina – al termine dell’udienza preliminare frutto di una delicata inchiesta della Digos, coordinata dal pm Fabio Saponara e l’aggiunto Agata Santonocito. Il processo si aprirà il prossimo 2 dicembre davanti alla IV sezione penale del Tribunale di Catania.
Il giudice per le udienze preliminari – accogliendo in toto le richieste della Procura – ha rinviato a giudizio anche gli altri imputati Sebastiano Anastasi detto “Nuccio” (da non confondere con il consigliere comunale di Grande Catania, ndr), Giuseppe Musumeci, Giuseppe Damiano e Salvatore Capuano, Nino Rizzotto e Alfredo Scozzarella.
Sono sei le contestazioni – in cui si ipotizzano ‘favori’ in cambio di voti – che hanno portato l’enfant prodige della politica siciliana davanti ai giudici. I poliziotti hanno esaminato chat e messaggi dell’Iphone 6 del deputato renziano. La copia forense del cellulare del parlamentare regionale è stata eseguita – in prima battuta – per un’altra indagine che però si è risolta con un’archiviazione per Sammartino. L’inchiesta è quella dei voti pilotati in una casa di riposo: un caso che esplose dopo un servizio di Striscia La Notizia.
Ma quel ‘materiale’ ha portato la Digos ad ‘isolare’ una serie di conversazioni ‘caldissime’ che – dopo un’attività di riscontro – documenterebbero la ‘compravendita’ di voti per le regionali 2017 e le politiche 2018 (all’epoca era candidato nelle liste del Partito Democratico, ndr). Nella maggior parte dei casi la promessa sarebbe stata quella “del posto di lavoro”. Al termine delle indagini, la Procura aveva cristallizzato 11 capi di imputazione. Ma dopo il deposito della memoria difensiva dell’avvocato Carmelo Peluso – difensore di Sammartino – cinque contestazioni sono stralciate e archiviate. Ed è sceso a sette anche il numero degli indagati.
Il deputato renziano, in una delle poche udienze dove è stato presente, ha preso la parola. In pochi minuti ha ‘respinto’ la ricostruzione dell’accusa, ribadendo che non si è verificata alcuna condotta illecita ma una corretta campagna elettorale. Sammartino ha spiegato di sentirsi in “un film del paradosso”.
I titoli di coda però sembrano ancora lontani. Anche perché nei mesi scorsi è arrivata un’altra tegola giudiziaria. Il deputato Iv ha ricevuto un avviso di conclusione indagini per corruzione elettorale da parte della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta Report. E questa volta non ci sono chat, ma intercettazioni e contatti con un personaggio con molte ombre.