PALERMO- Tre persone finiscono sotto processo per la tragedia di Casteldaccia che costò la vita a nove persone, rimaste intrappolate dentro una villetta travolta dalle acque del fiume Milicia. Un’intera famiglia distrutta, compresi due bambini.
Sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Claudio Emanuele Bencivini il sindaco Giovanni Di Giacinto, l’architetto Maria De Nembo ed il proprietario della villetta, Antonio Pace.
Era già stata archiviata la posizione di Concetta Scurria (moglie di Pace), dei dipendenti comunali Rosalba Buglino, Alfio Tornese, Michele Cara Pitissi, dell’ex sindaco di Casteldaccia Fabio Spatafora.
La villetta era abusiva e una sentenza del Tribunale del 2010 imponeva la demolizione. Ed invece era regolarmente abitata da Giuseppe Giordano e dalla sua famiglia che vi trascorreva le festività e i fine settimana. Come in quel maledetto 3 novembre 2018.
Nella tragedia persero la vita Francesco Rughoo, Monia, Antonio, Marco, Federico e Rachele Giordano, assieme a Nunzia Flamia, Matilde Comito e Stefania Catanzaro.
Il giudice aveva sottolineato che “la immane tragedia che ha spezzato la vita di nove persone avrebbe interrotto il corso dell’assistenza di chiunque si fosse trovato in quei luoghi a transitare o a sostare per qualsivoglia ragione”. Riteneva che “gli insediamenti abitativi sui luoghi non abbiano alcun modo influito sulla genesi dell’onda e sulla portata devastatrice di essa. I periti hanno concluso sul punto affermando che la catastrofe causata dall’onda di piena non ha nulla a che vedere con l’antropizzazione dell’aria”.
Il Comune, però, sarebbe stato informato dell’allerta meteo ed era al corrente del fatto che la casa fosse abusiva e andava abbattuta. Da qui le accuse per Di Giacinto e De Nembo di omissione di atti d’ufficio e omicidio colposo. Il proprietario dell’immobile, Pace, risponde solo di omicidio colposo.
I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Anthony De Lisi, Enrico Tignini, Miriam Lo Bello, Carmelo Adamo, Angela Ajello, Barbara Mistretta, Giuseppe Meli.
Sono stati citati come responsabili civili la Regione siciliana e i Comuni di Casteldaccia e Altavilla Milicia.