Chiediamo scusa al lettore continentale. E’ che l’espressione è troppo gustosa e intraducibile nel suo sapore più intimo. E sparti parra. In siculo vernacolare sottintende un intervento inconsueto, insalubre e provocatorio. E sparti parra. Vuol dire che sta, per l’appunto, parlando qualcuno che non avrebbe il diritto di farlo, perché il suo comportamento è stato incoerente rispetto proprio all’argomento su cui egli (ella) pontifica.
Chiariamo con un esempio. Pino Leto, grande uomo e indimenticato pugile palermitano, vinse un incontro molto importante. Un cronista, alla fine, lo raggiunse sul quadrato e gli chiese: “Il suo avversario l’ha accusata di scorrettezze. Lei cosa risponde?”. Pino lo guatò con gli occhi di brace, piegò la bocca di mezzo lato e sibilò un feroce: “E sparti parra!”. Cioè, proprio lui che è stato scorretto, mi accusa di scorrettezze. Bah.
Poco fa l’Ansa ha battuto una dichiarazione della pidina Anna Finocchiaro: “Il fatto più rilevante della vicenda politica siciliana è che la forza del Pdl si è sbriciolata. Il mio partito sta discutendo se dare un appoggio tecnico al governo Lombardo ovviamente con molte condizioni, che sono condizioni di una verifica continua, quindi niente delega in bianco, su un programma molto netto e che va monitorato nella sua attuazione e chiaramente con un’attenzione nettissima al profilo dell’osservanza della legalità e della questione etica. Ma un rilievo (appena un rilievo, ndr) a Lombardo lo voglio fare: non si può essere fedele al governo Berlusconi a Roma, ed essere un elemento di rottura in Sicilia, essere contro Berlusconi in Sicilia”.
Parola della senatrice Finocchiaro, dunque. La stessa Anna Finocchiaro – presumiamo – che dichiarò guerra a Lombardo in una campagna elettorale di cartapesta e si rincantucciò a Roma dopo una moltitudine di sconfitte elettorali.
Ecco, a sentirla disquisire di cose sicule, chissà perché, ci è venuta in mente la risposta di Pino Leto.