La sesta sezione della Corte d’appello di Palermo ha assolto l’imprenditore di Carini Lorenzo Altadonna, condannato a 12 anni in primo grado per concorso in associazione mafiosa, e in cella dal 10 luglio dell’anno scorso: i giudici ne hanno anche disposto l’immediata remissione in libertà.
Assieme ad Altadonna è stato assolto anche Francesco Biondo, che in primo grado, col meccanismo della continuazione, aveva avuto 11 anni e 5 mesi: detenuto per altro, Biondo rimane comunque in carcere.
La sentenza d’appello del processo denominato ‘Occidente’, contro gli estorsori al soldo delle famiglie mafiose palermitane di Tommaso Natale e della Noce, ha nel complesso fortemente ridotto le pene, rispetto al primo grado di giudizio: dai poco più di 80 anni di carcere, inflitti in tribunale agli otto imputati, si è passati infatti a due assoluzioni e sei condanne, per poco più di mezzo secolo di carcere. Nel dibattimento celebrato in tribunale era imputato anche il boss Salvatore Lo Piccolo, che rispondeva di due estorsioni ed era stato assolto; la Procura non aveva appellato la sentenza.
La pena più alta è stata inflitta ad Angelo Conigliaro, di Carini, che passa da 15 a 14 anni; pena confermata (13 anni) per Vincenzo Collesano; Vincenzo Curulli passa da 6 anni a 4 anni e 6 mesi; condanna dimezzata per Antonio Cusimano, che da 8 anni passa a 4; Giorgio Iaquinoto dovrà scontare 4 anni, contro i 5 e 6 mesi che aveva avuto in tribunale; confermati infine 12 anni per Antonino De Luca. Il collegio presieduto da Biagio Insacco ha anche ribadito i risarcimenti e il pagamento delle spese legali disposti in favore delle parti civili, il Comune di Carini, la Provincia di Palermo, le associazioni Addiopizzo, Fai (Federazione antiracket), Assindustria provinciale e regionale, Sos Impresa, Confcommercio, Centro Pio La Torre. Col rito abbreviato, in un processo separato sono stati processati altri 24 imputati.