CATANIA – L’ex sindaco contro la sua ex fedelissima. Il deputato uscente, nato e cresciuto tra i democratici, contro il leader dell’opposizione in Consiglio comunale. Sullo sfondo i candidati cinque stelle, i Liberi e Uguali e Potere al Popolo. Si preannuncia al vetriolo la sfida politica dei collegi catanesi. Per la conquista del Senato soprattutto, dove la competizione per ottenere un seggio a Palazzo Madama riguarda l’ex primo cittadino, Raffaele Stancanelli, e una delle consigliere comunali che, durante la consiliatura di centrodestra, era tra le più vicine al sindaco di Regalbuto, eletta con Pid-Cantiere Popolare e poi diventata capogruppo dell’Udc.
I due sembrerebbero in freddo da tempo, anni e, dicono i bene informati, non si saluterebbero neanche, tanta la rabbia dell’esponente di DiventeràBellissima, dopo lo strappo consumato prima delle elezioni del 2013 quando il neonato Articolo 4, creatura di Lino Leanza in cui la Sudano ha trovato la sua nuova “casa”, scelse di appoggiare Enzo Bianco per la corsa a Palazzo degli elefanti.
La battaglia per il Senato, nel collegio Catania dunque si preannuncia molto interessante, condita dei nodi irrisolti tra i due che potrebbero renderla più piccante e concludersi con una “vendetta” a freddo dell’ex sindaco contro l’ex capogruppo che, all’epoca, fu tacciata di tradimento. Anche se proprio la Sudano, esponente del Pd, dovrebbe poter contare sul bel gruzzolo di voti conquistati alle scorse regionali dal compagno di schieramento Sammartino. Sempre che non la spunti la grillina Nunzia Catalfo, senatrice uscente o il candidato di Liberi e Uguali, Ambra Monterosso.
Meno tesa, ma non per questo meno appassionante, la sfida per la Camera dei Deputati, che vedrà scontrarsi il figlio d’arte, Giuseppe Berretta, deputato uscente democratico, ex sottosegretario e promotore di alcune campagne improntante ai diritti, come quella sfociata nella Legge del Dopo di Noi, e il capo dell’opposizione in Comune. Berretta dovrà fare i conti con il leader della minoranza a Palazzo degli Elefanti, Manlio Messina, riferimento assoluto di Giorgia Meloni a Catania e in Sicilia. Messina, forte del sostegno dell’intera coalizione potrebbe dare filo da torcere a Berretta, il cui partito non lo ha certo valorizzato, relegandolo nei collegi plurinominali al terzo posto dopo Paolo Gentiloni e Francesca Raciti.
In caso di rinuncia del premier, sarebbe l’attuale presidente del consiglio a beccarsi la poltrona, costringendo l’ex sottosegretario a fare una intensa campagna elettorale per cercare di battere i diretti avversari all’Uninominale. Dove però qualche grana potrebbe dargliela la candidata pentastellata Laura Paxia, il brigante Piero Mancuso o la Chiaramonte, candidata per Liberi e Uguali.