A Palermo lo sbarco di 767 migranti | La Caritas: servono abiti - Live Sicilia

A Palermo lo sbarco di 767 migranti | La Caritas: servono abiti

L'arrivo dei migranti a Palermo

E' approdata nel porto del capoluogo la nave Etna della Marina con i profughi raccolti in diverse operazioni nel Canale di Sicilia. Sfogo del sindaco Orlando: "Questa emergenza è scaricata tutta sulla cultura dell'accoglienza dei siciliani". Casi di scabbia e sospetta tubercolosi tra i migranti sbarcati. La procura di Palermo indaga sul naufragio avvenuto di fronte alla Libia.

Immigrazione
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PALERMO – E’ approdata nel porto di Palermo la nave Etna della Marina Militare con 767 migranti raccolti in diverse operazioni nel Canale di Sicilia. Tra di loro vi sono anche i superstiti dell’ultimo naufragio avvenuto davanti le coste libiche; sul gommone viaggiavano circa 90 persone ma i soccorritori sono riusciti a recuperare, oltre a 39 naufraghi, solo dieci cadaveri.

Sulla nave rifornitrice, che solitamente trasporta carburante, tra i 767 profughi ci sono anche 68 minori e 15 feriti gravi che dovranno essere trasferiti subito in ospedale, oltre alle dieci salme recuperate in seguito al naufragio. C’è chi ha perso un braccio e che è rimasto gravemente ustionato dal carburante, molti avrebbero anche la scabbia. A bordo, secondo quanto si è appreso, durante la navigazione sarebbero stati vissuti momenti di forte tensione perchè tra i superstiti vi sarebbero alcune persone che hanno perso i loro cari. “Siamo pronti ad accoglierli – dice Antonio Candela commissario dell’Asp 6 -. Abbiamo tre triage per visitare e assistere i profughi”. I migranti sarebbero provenienti soprattutto del Ghana, della Costa D’Avorio e della Guinea

“Accoglieremo 550 migranti nella chiesa di San Carlo in via Garibaldi, che nella chiesa di Falsomiele San Giovanni Maria Vianney e un gruppo a Brancaccio nella chiesa di San Gaetano, nella struttura che don Puglisi aveva pensato per i più piccoli, gli ultimi e i migranti in questo caso, e infine a villaggio Ruffini”. Lo ha detto don Sergio Mattaliano, presidente della Caritas di Palermo. “È la seconda volta che la chiesa apre le porte per accoglierli, molti parroci si sono resi disponibili, ma anche molti professionisti come psicologi e medici si sono messi a disposizione – aggiunge don Mattaliano – Faccio un appello: servono vestiti, scarpe se ci sono persone che possono portarci vestiti in Caritas lo facciano perché sono in arrivo nelle prossime settimane migliaia di migranti e non abbiamo più nulla da dare”.

Intanto, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che si trova sul molo del portoa d assistere alle operazioni, si scaglia contro “l’indifferenza” dell’Europa. “Ciò che è avvenuto è la conferma della gravità della situazione – dice Orlando a Sky Tg24 -. Nell’ultima settimana a Palermo sono sbarcati duemila migranti. Abbiamo messo a punto una macchina dei soccorsi che funziona. Ciò che non funziona, invece, è l’indifferenza dell’Europa. Questa emergenza è stata scaricata tutta sulla cultura dell’accoglienza dei siciliani e sulla buona volontà delle amministrazioni locali”. Secondo Orlando “bisogna dimostrare che l’Europa non è quella degli egoismi” e bisognerà farlo “a partire dal 25 e 26 giugno, quando si incontreranno i capi di Stato e di governo dell’Ue, e a partire dal semstre italiano di presidenza Ue”. Orlando, infine, si chiede: “Perchè queste persone devono essere trasportate solo in Sicilia e non nel resto d’Europa?”.

*Aggiornamento ore 10.14
Dalla nave militare Etna sono state portate sul molo del porto di Palermo le bare con le 10 salme (sette sono donne) recuperate dopo l’ultimo naufragio ieri davanti le coste libiche. Sono bare semplici costruite con tavole di abete chiaro. Le bare sono state prima sistemate sul molo poi sono state trasferite sulla nave e sono state poi riportate giù con le salme.

*Aggiornamento ore 18.51
A Palermo numerose chiese sono state svuotate e al posto delle panche per i fedeli e dell’altare sono stati sistemati lettini per i migranti giunti oggi e nelle scorse settimane. La chiesa sconsacrata di san Carlo, dov’è annesso il centro Caritas Santa Rosalia, tra statue di santi, stucchi e mosaici e colonne di marmo è stata occupata da decine di brande dove i volontari hanno sistemato i profughi. Nel centro oltre ai sessanta extracomunitari giunti oggi viene dato rifugio a indigenti e vengono preparati circa 200 pasti per palermitani poveri. Anche la ex scuola di villaggio Ruffini è stata riempita da letti e vengono ospitate circa 200 migranti, tutti uomini, provenienti da Ghana, Mali, Nigeria, Gambia.

 


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