Accordo per le ex province | Prestigiacomo: "Uno scandalo" - Live Sicilia

Accordo per le ex province | Prestigiacomo: “Uno scandalo”

L'Anci: "Un primo passo". Cauti anche i sindacati. Esulta solo il M5s.

LE REAZIONI
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“L’accordo raggiunto tra il governo nazionale e la regione siciliana per ristorare parzialmente le ex Province siciliane, soggette al prelievo forzoso, è semplicemente scandaloso. Si attingono risorse dal fondo sviluppo e coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una gran bella soluzione!”. Lo dice in una nota la parlamentare di FI Stefania Prestigiacomo. “La Sicilia – aggiunge – meritava e doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre Province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto al ristoro dei fondi perduti. Il governo regionale, accettando questa proposta scandalosa, ha svenduto i diritti dei siciliani, dimostrandosi penoso vassallo del governo nazionale. I fondi delle ex Province, oltre 243 milioni, che nel resto d’Italia sono stati restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti ‘confiscati’ da Roma. Viene quasi da rimpiangere Crocetta”.

“L’accordo raggiunto tra il governo nazionale e quello regionale mortifica la Sicilia. Per questo motivo sto meditando il ritiro della mia proposta di legge, già in discussione alla Camera. Mesi e mesi di lavoro calpestati dall’arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli per la spesa corrente. Tutto ciò in controtendenza alle dichiarazioni di Salvini, secondo cui ‘le province dovrebbero sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare’. Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere cittadini di serie B”. Così, in una nota, il deputato di Forza Italia Nino Germanà.

Di tutt’altro avviso in Forza Italia Giusy Bartolozzi:  – “L’intesa tra la Regione siciliana e lo Stato costituisce il miglior risultato possibile per poter far fronte alle improrogabili esigenze dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane siciliane e scongiurarne il dissesto che provocherebbe la paralisi dei servizi e degli investimenti”. Così Bartolozzi, deputata di FI, eletta in Sicilia. “È evidente che si tratta di una soluzione tampone, come ha precisato il Presidente Musumeci, che rende disponibili risorse immediate (100 milioni di euro) – in aggiunta ai 102 milioni di euro già erogati ad aprile dalla Regione – ed introduce significative modifiche normative che consentono l’approvazione dei bilanci e rendiconti fermi da anni. L’apprezzamento dell’AnciSicilia e dei sindacati confederali regionali rafforza l’impegno di una Sicilia unita nel rivendicare parità di diritti e non privilegi.

“Il Movimento 5 Stelle porta a casa un altro fondamentale risultato per la Sicilia: le ex Province saranno messe nelle condizioni di operare”. Lo afferma il deputato alla Camera e vice capogruppo del Movimento 5 Stelle, Adriano Varrica. “Dopo la fallimentare riforma regionale targata PD e le numerose norme targate PD, Forza Italia, UDC, NCD che hanno imposto il prelievo forzoso per le ex Province, il Movimento 5 Stelle – spiega il deputato Varrica – ricostruisce sulle macerie ereditate dai precedenti Governi. Nelle more di una riforma complessiva seria e ponderata, tali enti in Sicilia potranno finalmente chiudere i propri bilanci ed erogare i servizi minimi ai cittadini. Con questo accordo – conclude – chiudiamo la fase transitoria dei disastrati rapporti finanziari tra Stato e Regione che abbiamo trovato. Nei prossimi mesi, in occasione della legge di bilancio 2020, completeremo l’intervento e contribuiremo all’equilibrio finanziario strutturale delle ex Province, in linea con quanto già fatto per le altre regioni. Ancora una volta dimostriamo che la Sicilia non è un granaio di voti, ma un territorio che necessita e merita risposte e atti concreti”.

“L’accordo raggiunto tra lo Stato e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province siciliane”. Lo afferma Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia. “Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane, unitamente all’approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di riprendere la gestione ordinaria e liberare gli investimenti, sono certamente una risposta concreta. Si tratta – aggiunge – di un risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno che l’AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere nazionale e regionale. Restano però ancora da definire sia sul piano finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano strutturalmente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i servizi”. “Per tali ragioni – conclude – continueremo, come fatto fino ad ora, a incalzare i governi nazionale e regionale”.

“I 150 milioni proposti dall’inedita coppia Armao-Villarosa non bastano neanche per il 2019 e per la copertura dei deficit degli anni precedenti. Si tratta di briciole che non bastano a risolvere la situazione.” Lo afferma il sindaco della città metropolitana di Messina Cateno De Luca commentando l’intesa tra governo nazionale e regionale sulle risorse alle ex province. “Il sentiero – aggiunge – è quello che noi avevamo individuato di utilizzo dei fondi Fsc ma mi pare evidente che questo percorso abbia evidenti limiti. I bilanci degli enti locali sono triennali e la realizzazione di molti interventi infrastrutturali si articola in almeno tre anni quindi la soluzione proposta non consente di avviare le gare di appalto per mettere in sicurezza strade, ponti, scuole e tante opere strategiche per lo sviluppo del territorio”. “Ci siamo stancati di essere tenuti al guinzaglio con soluzioni di breve periodo. La marcia del 15 maggio a Palermo – conclude – si farà perché non c’è una soluzione definitiva del problema”.

“Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all’accordo raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane. Finalmente sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase”. Lo affermano Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia.

“Bene l’arrivo di risorse finanziarie extra per le ex Province siciliane e la possibilità di deroghe normative all’approvazione dei bilanci e dei rendiconti, ma attendiamo di conoscere dall’assessore Armao quali saranno effettivamente le ricadute immediate di questo accordo Stato-Regione per gli enti intermedi”. Lo affermano Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl e della Cisl Fp Sicilia. “A noi interessa il pieno e completo rilancio delle province e per questo vogliamo sapere come il governo regionale intenda proseguire da qui in poi. La strada è ancora lunga. Ottenere il miglior risultato possibile in una situazione di emergenza è un buon passo avanti, ma a noi interessa che ci sia una strategia complessiva. A maggior ragione, visto che la questione del prelievo forzoso sembrerebbe essere stata rimandata alla prossima legge di bilancio dello Stato. Se così fosse, per quel giorno – concludono Cappuccio e Montera – non possiamo farci trovare impreparati, ma dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per risolvere in maniera definitiva il problema”.

“Il Csa giudica l’annunciato accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere il testo definitivo dell’accordo ed i tempi previsti per la sua attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata d’ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell’accordo sia prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati all’obbligo di approvazione del bilancio triennale). Abbiamo già chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori Armao e Grasso per monitorare l’applicazione dell’accordo, con particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza venga garantita anche in assenza di bilanci triennali”. Lo dice Santino Paladino, responsabile ex Province per il Csa.

 

 

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