CATANIA – Si è conclusa con una fumata bianca la conferenza Stato-Regioni di ieri pomeriggio che aveva all’ordine del giorno l’accertamento delle tre Camere di Commercio del Sud Est: Catania, Siracusa e Ragusa. Il secondo appuntamento tecnico (il primo si era tenuto il 21 luglio) ha “confermato la validità di tutte le procedure presentate” ha commentato Alfio Pagliaro, segretario generale della Camera di Commercio di Catania. Come del resto era successo anche la prima volta, oggi in più sono state ascoltate anche le altre regioni e nessuno sembra – in base al risultato – aver avuto nulla da eccepire.
Questo vuol dire che l’iter di accorpamento può essere avviato? In effetti manca ancora un punto fondamentale: la firma del ministro dello Sviluppo Economico. Firma che, per altri accorpamenti, è arrivata nel giro di una settimana o dieci giorni. Ma la vicenda catanese ha già segnato un precedente e quindi prima di cantare vittoria (per chiunque potrebbe averla conseguita) è giusto e doveroso aspettare l’ultimo passo.
Solo dalla firma apposta dal Mise e dalla pubblicazione del decreto si potrà procedere con l’iter che Alfio Pagliaro e il commissario straordinario della Camera di Commercio di Catania ci avevano già illustrato nel mese di luglio. Iter che dovrebbe vedere Pagliaro a capo del procedimento che avrà tappe secche e ben scandite che potrebbero vedere la nascita della SuperCamera più o meno nel mese di aprile 2016.
E Messina? “Messina per il momento rimane esclusa – ha aggiunto Pagliaro – da qualunque tipo di accorpamento”.
INTERVIENE FORZESE- “L’accorpamento delle camere di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa deciso dal governo nazionale nell’ambito di un’ampia
riforma delle strutture, dopo lo stop del luglio scorso, è un fatto
estremamente positivo. Credo che la nuova Camera di Commercio, che
assorbirà tre aree produttive della nostra regione tra le più
importanti, potrà agevolare lo sviluppo di imprese ed investimenti con
l’obiettivo di creare occupazione e reddito. Stiamo parlando di tre
territori che contribuiscono in larga parte al Pil della Sicilia e di
aree sui cui insistono porti e aeroporti essenziali per la nostra
economia”. Lo afferma Marco Forzese, deputato regionale del
Megafono-Pse all’Ars.