Acqua pubblica, vertice a Roma |Palazzo Chigi impugnerà la norma - Live Sicilia

Acqua pubblica, vertice a Roma |Palazzo Chigi impugnerà la norma

Il consiglio dei ministri nelle prossime ore impugnerà parte della legge di riforma. L'amarezza dell'assessore Contrafatto:  “I profili di censura che vengono sollevati non sono purtroppo una novità”.

La legge regionale
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PALERMO – La legge regionale sull’acqua pubblica sarà impugnata domani dal Consiglio dei ministri. Il governo nazionale ha ribadito in un incontro che si è tenuto ieri a Roma le osservazioni mosse da ministero dell’Ambiente e Authority dell’Energia, che erano state contestate da Palazzo Chigi al governo regionale la settimana scorsa con una lettera di cui Livesicilia aveva dato notizia.

All’incontro con il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa hanno partecipato il vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, l’assessore all’Energia Vania Contrafatto e i dirigenti regionali Romeo Palma e Domenico Armenio.

Nel mirino del governo Renzi ci sono alcune parti della riforma ritenute incostituzionali. Tra queste, la differenza di trattamento tra soggetti pubblici e privati per gli affidamenti (per i privati è prevista una durata novennale delle concessioni), la parte relativa alla definizione delle tariffe e la gestione diretta da parte dei Comuni. “I profili di censura che vengono sollevati non sono purtroppo una novità”, si limita a osservare l’assessore Contrafatto. Che durante l’iter della legge all’Ars aveva messo in guardia sui rischi di incostituzionalità di parte della norma. Se l’Ars modificherà le parti impugnate, così come avvenuto per la riforma dei liberi consorzi smontata da Palazzo Chigi, il governo potrebbe successivamente rinunciare al ricorso davanti alla Consulta.

È l’ennesima delle bocciature da parte di Roma. L’ultima solo ieri ha riguardato il piano della rete ospedaliera di Lucia Borsellino. Ma prima ancora era toccato alla legge sugli appalti. Sullo sfondo restano i rumour sulla tentazione romana di chiudere la legislatura dell’Ars per andare al voto anticipato in Sicilia a giugno insieme ad altre grandi città e all’eventuale referendum sulla riforma costituzionale. Domani il Consiglio dei ministri dovrebbe anche avviare l’esame della finanziaria. Ed è questo l’ultimo treno per la Sicilia per ottenere da Roma le some necessarie a chiudere il complicatissimo bilancio dell’anno prossimo.

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