Ad Agrigento capolavoro di Firetto | Il sindaco che piace a Camilleri - Live Sicilia

Ad Agrigento capolavoro di Firetto | Il sindaco che piace a Camilleri

Il sindaco uscente di Porto Empedocle le ha indovinate tutte: prima sottraendosi alle "primarie-farsa", poi lanciando l'idea di un progetto civico, sostenuto anche da alcuni intellettuali. Ma nella vittoria di un "bravo amministratore" come l'ha definito D'Alia, c'è anche la politica.

PALERMO – Tutto sommato, se guarda alle sue spalle, rischia persino di restare deluso. In fondo, Lillo Firetto era diventato sindaco di Porto Empedocle, nel 2012, con la bellezza del 94 per cento dei voti. Ma la vittoria alle amministrative agrigentine è, in realtà, un vero e proprio capolavoro politico.

Firetto le ha indovinate tutte. Innanzitutto “sottraendosi” alle primarie-farsa che coinvolsero anche il Pd nella scelta di quel Silvio Alessi che dai democratici verrà infine scaricato, dopo le polemiche dei militanti. Firetto è rimasto fuori dalla polvere. Attribuendo alla sua corsa verso la poltrona di primo cittadino una connotazione “civica”.

Quindi ha lanciato l’amo al quale il Pd non vedeva l’ora di abboccare, dopo il disastro di quelle consultazioni che videro seduti allo stesso tavolo esponenti democratici, di Forza Italia e di quella “terra di mezzo” tra il berlusconismo e la rivoluzione, rappresentata ad Agrigento da politici come Michele Cimino.

Le ha indovinate tutte, Firetto. Vincendo una competizione difficile da vincere. Figuriamoci al primo turno. Quando, almeno stando alle previsioni della vigilia, il “peso” dello stesso Alessi, insieme a quelli relativi ma non da ignorare del candidato grillino e della Lega, avrebbero finito per frammentare il voto in maniera tale da rendere lontano, lontanissimo il “cinquanta per cento più uno” dei voti.

E invece, Firetto è sindaco di Agrigento al primo turno. E a tributargli il saluto, per primo, è il leader Udc Ginpiero D’Alia, che ha parlato di “metodo Firetto”, per non offuscare col politichese la vittoria di “un bravo amministratore”, apprezzato anche nell’esperienza che adesso si avvia a conclusione, nella città a due passi dal capoluogo.

Le ha indovinate tutte. Compresa la mossa di incassare qualche appoggio “ideale”, super partes, alla sua campagna. Come quello di Andrea Camilleri, che appena venti giorni lo ha definito un “accorto, intelligente, innovativo amministratore di tutti i cittadini senza distinzione politica”. Ma la politica, ovviamente c’è. Perché Firetto resta un deputato Udc (capogruppo fino a pochi mesi fa), e dentro la sua vittoria c’è il nucleo di quel “modello romano” con i centristi e il Pd insieme agli Ncd di Alfano, che qualcuno vorrebbe esportare anche a Palazzo d’Orleans. C’è anche la politica, insomma, nel “metodo Firetto”. Ma il candidato che piace a Camilleri ha inovinato anche quella mossa: ha fatto in modo che nessuno se ne accorgesse.


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