CATANIA – Nessuna attenuante. Ergastolo. Colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Ha inferto oltre 40 coltellate all’ex moglie, che non ha avuto scampo. Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui Filippo Asero è stato condannato per il barbaro omicidio, a Bronte, della giovane Ada Rotini. L’omicidio si consumò in mezzo alla strada. Ora il processo approda in appello.
Si aprirà tra sette giorni esatti, il 30 aprile, dinanzi ai giudici della Corte d’appello di Catania. Intanto, nelle motivazioni della sentenza, i giudici hanno messo nero su bianco che Asero assassinò la moglie brutalmente, in mezzo alla strada, per poi tentare il suicidio l’8 settembre 2021.
Le motivazioni del verdetto
La sentenza di primo grado è stata emessa dalla Corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi. Ergastolo più isolamento diurno per l’imputato. I giudici inoltre gli hanno inflitto varie sanzioni accessorie. C’è l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, l’interdizione legale e la sospensione della responsabilità genitoriale durante l’esecuzione della pena.
I giudici hanno riconosciuto le aggravanti di aver commesso il fatto nei confronti della moglie, di aver agito con crudeltà e per motivi abietti e futili. Ora si va in appello. A presentare ricorso è stato il difensore dell’imputato. L’ergastolo era stato chiesto dai Pm Alessandra Russo e Luca Volino. L’imputato è difeso dall’avvocato Gaetano Schilirò.
La perizia non accolta
Durante il processo, la Corte aveva respinto la richiesta di sottoporre l’assassino reo confesso a una perizia psichiatrica. Tra le parti c’è la famiglia di Ada, assistita dall’avvocato Giuseppe Cultrera, poi il centro antiviolenza Telefono Rosa di Bronte, l’associazione Thamaia Onlus, Work in Progress, il Comune di Bronte.
Il collegio dei legali di parte civile era composto in primo grado anche dagli avvocati Samantha Lazzaro, Grazia Maisano, Laura Farkas, Valeria Sicurella e Antonella Cordaro.