Il congedo della Corsello tra veleni | Piano giovani, di chi è la colpa? - Live Sicilia

Il congedo della Corsello tra veleni | Piano giovani, di chi è la colpa?

Piano Giovani: è la tempesta perfetta tra accuse, missive infuocate e comunicati, sotto gli occhi dei giovani siciliani. Gli assessori scaricano la dirigente. E il presidente Crocetta intanto...

Piano Giovani
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PALERMO- Una cosa è la politica, una cosa è la burocrazia. Con questo mantra, gli assessori al Lavoro e alla Formazione, Bruno e Scilabra hanno, di fatto, scaricato Anna Rosa Corsello. Una cosa è la politica, una cosa è la burocrazia, dicono i componenti della giunta di Crocetta. Una specie di esorcismo per allontanare l’immagine evidente di un fallimento che riguarda tutti. La politica, cioè, come la burocrazia.

Ieri sono state vissute ore irreali, incredibili. Dopo il mega-flop del Piano giovani, ecco saltare fuori, all’improvviso, un nuovo bando. Di gran lunga più “pesante” del precedente. Settantacinque milioni di euro per ventimila tirocini, soldi relativi al Piano giovani, alla Garanzia giovani, provenienti dal Ministero del lavoro. Un intervento massiccio, apparso sul sito ufficiale del dipartimento Lavoro, “a insaputa” di Bruno e Scilabra. La politica.

Così, ecco emergere in tutta la sua nuova solitudine Anna Rosa Corsello. Fino a ieri una sorta di plenipotenziaria della Regione. Incaricata addirittura di guidare i due dipartimenti più delicati della Regione. Dai Pip agli enti della Formazione, Crocetta ha dato a lei le chiavi dei settori più scottanti. Segno di una fiducia massima, incrollabile. Una fiducia finita in un click. Anna Rosa Corsello, nella sostanza, non è più il dirigente generale. “Sulle modalità di attuazione del Piano giovani – hanno detto gli assessori – ne parleremo a settembre con i nuovi dirigenti generali”. La frase è un chiaro addio.

Un addio infarcito di veleni. La Corsello si è ritrovata improvvisamente sola. Solissima, in una guerra di donne, all’assessorato alla Formazione. Da una parte il “nuovo che avanza” rappresentato da Nelli Scilabra, dall’altra parte lei a garantire una continuità e un legame con l’altra signora della Formazione siciliana cioè Patrizia Monterosso (basti ricordare le lettere con le quali la dirigente generale si era impegnata a recuperare dagli enti di Formazione le somme necessarie per fare svanire l’accusa di danno erariale per gli extrabudget nei confronti dell’attuale Segretario generale).

Ed è stata forse questa nuova condizione di solitudine ad aver spinto la bi-direttrice ad attaccare a destra e a manca. In maniera assolutamente plateale e inusuale. Come inusuale è la lettera inviata sì a Ingroia e Crocetta, ma pubblicata – il segnale era chiaro, cioè quello di far emergere la polemica – addirittura sul sito ufficiale della Regione. “La Signoria Vostra”, si rivolge la Corsello all’ex pm, non lesinando poi gli attacchi (“Sicilia e-Servizi non era in grado di garantire quel servizio”) e anche qualche velata provocazione: (“Ma se ritiene sia in grado, mi faccia sapere urgentemente come farà, in che tempi e a che prezzo”).

Una irritualità che si riscontra anche in una lettera inviata (non crediamo, in questo caso, senza che la dirigente ne fosse a conoscenza) dal marito di Anna Rosa Corsello (“Basta con gli attacchi, i fatti gravi sono altrove”) e in un’altra missiva, anche questa pubblicata ieri, nella prolifica giornata della dirigente, quella con la quale il capodipartimento ha revocato un contratto da cinque milioni con Italia Lavoro per la gestione del Piano giovani. “In data prossima alla pubblicazione dell’avviso pubblico per la selezione, Italia Lavoro – scrive la Corsello – ha rappresentato nel corso di un incontro tecnico tenutosi presso il Dipartimento Istruzione e Formazione professionale alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore all’Istruzione e alla Formazione Professionale, di non disporre di infrastruttura informatica idonea a gestire la procedura del Click Day con cui la società aveva previsto di realizzare l’intervento”. Da qui, spiega la Corsello, la necessità di rivolgersi a una società esterna, la Ett, tramite affidamenti diretti da centinaia di migliaia di euro. Ma anche in questa nota non manca la polemica. L’inciso col quale la dirigente sottolinea la presenza, in quella occasione, dell’assessore Scilabra è un chiaro segnale di come la burocrate non ci stia a fare la parte della vittima sacrificale. Tutti sapevano che qualcosa non funzionava, è come se volesse dire. E in un certo senso, è difficile darle torto.

Già, la politica è una cosa, e la burocrazia è un’altra. Solo che nelle dichiarazioni degli assessori e nel silenzio imbarazzante del presidente della Regione, non si capisce bene quale sia il compito della politica. O forse, si capisce troppo bene. L’assessore Scilabra, ad esempio, nei mesi scorsi è stata felice di portare avanti il vessillo del Piano giovani sbandierando, appunto, l’ennesima rivoluzionaria riforma terminata in un fiasco clamoroso, come la novità con la quale finalmente la Sicilia si prendeva cura “della mia generazione” insisteva l’assessore.

Cosa sia successo nel frattempo, non si sa. Si sa di certo che, una volta scoppiato il bubbone dell’approssimazione, dell’incapacità, della superficialità (ad altri spetterà verificare che non ci sia anche dell’altro), ecco l’assessore abbandonare quel vessillo e tornare nelle retrovie della “politica” che è un’altra cosa rispetto alla burocrazia. Dimenticando che proprio i dirigenti generali sono proposti dall’assessore al ramo. E che proprio pochi mesi fa, l’assessore Scilabra aveva in qualche modo promosso la Corsello a “titolare” dell’assessorato alla Formazione, scambiando l’interim col dipartimento Lavoro. Dove un altro assessore, Giuseppe Bruno, oggi cade dalle nuvole e anzi rilancia: “A settembre discuteremo con i nuovi dirigenti generali”. Addio Anna Rosa Corsello, la burocrazia è una cosa, la politica è un’altra. Ma entrambe oggi sembrano accomunate dallo stesso, vecchio, intollerabile gioco dello scarico del barile. Un barile, però, pieno di giovani siciliani. “La mia generazione”, dice l’assessore. Dimenticando di chiedere scusa. Ma in questo è in buona compagnia.

 


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