Addio Tarsu, arriva la Tares| A Palermo sarà stangata - Live Sicilia

Addio Tarsu, arriva la Tares| A Palermo sarà stangata

Dal primo gennaio la Tarsu lascia il posto alla Tares, il nuovo tributo su rifiuti e servizi, che secondo i dati Uil costerà 80 euro in più a famiglia. Ecco tutte le novità.

SI PAGHERà DA FINE APRILE
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PALERMO – Tares, nuova stangata in arrivo. Il 2013 non porta buone notizie per i contribuenti palermitani, che dal primo gennaio devono avere a che fare, così come in tutta Italia, con il nuovo tributo che sostituisce la Tarsu. La nuova imposta su rifiuti e servizi (che però per certi versi è anche una tassa) sostituisce infatti la Tia (Tariffa di igiene ambientale) e, per quei comuni come Palermo che non si sono mai adeguati alla norma, la vecchia Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani).

In poche parole, un nuovo tributo che si pagherà solo a partire dal 30 aprile e che, a differenza della Tarsu, non servirà solo per coprire il costo del servizio di raccolta di rifiuti, ma anche quello per l’illuminazione pubblica e la manutenzione stradale. Pensata dal governo Berlusconi, è stata resa esecutiva da quello Monti e verrà calcolata sulle dimensioni dell’immobile, ma a pagarla, e qui sta la novità più grossa, non sarà il proprietario bensì il residente e permetterà così agli enti locali di compensare i tagli romani.

Una nuova stangata che colpirà case, uffici, negozi o capannoni e qualunque immobile possa produrre rifiuti. Dal Comune assicurano che il gettito resterà invariato, quindi non ci saranno entrate in più o in meno, ma a cambiare sarà il carico che peserà sulle singole categorie. “Stiamo effettuando delle simulazioni – dice l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato – certamente l’effetto su alcune categorie potrebbe essere molto forte e coinciderà con la difficile situazione economica che viviamo in questo momento. Cercheremo di perequare gli effetti del tributo”.

Ai singoli comuni, infatti, toccherà approvare dei regolamenti ad hoc per stabilire detrazioni e agevolazioni, sulla falsa riga di quanto già oggi avviene per la Tarsu. A Palermo gli uffici hanno già elaborato una bozza che, entro qualche mese, dovrebbe arrivare a Sala delle Lapidi. Ma le prime simulazioni non fanno certo dormire sonni tranquilli.

La Tares, infatti, porta con sé due importanti novità: la pagheranno i residenti e non i proprietari e soprattutto cambiano i coefficienti sui quali viene calcolata. In poche parole, non conteranno solo metri quadrati e destinazione d’uso, ma anche il numero dei componenti del nucleo familiare. A risparmiare saranno così i single, per le coppie non dovrebbe cambiare granché mentre a subire la stangata saranno le famiglie più numerose, oltre alle attività commerciali, artigianali e alla grande distribuzione. Fino al 30 aprile si pagherà la Tarsu, poi con l’avvento della Tares il Comune procederà con i conguagli per rimborsare chi con la Tarsu pagava di più e stangare chi pagava meno chiedendogli il resto.

Il tributo, nelle intenzioni del legislatore, servirà a coprire i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti avviati allo smaltimento (e per questo è una tassa) e i costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni (e per questo può essere considerata anche un’imposta) come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, l’anagrafe e in generale quelle attività comunali che non sono erogate “a domanda individuale”. Formalmente toccherà ai consigli comunali emanare un apposito regolamento per la sua applicazione, ma il decreto governativo contiene già numerose indicazioni.

La Tares sarà commisurata all’anno solare e alla quantità media di rifiuti, a cui andranno aggiunti trenta centesimi a metro quadrato per i servizi indivisibili che potranno arrivare anche a quaranta, a discrezione del Comune, magari per le abitazioni di lusso, proprio per compensare i tagli dei trasferimenti nazionali. Sempre agli enti locali toccherà decidere eventuali riduzioni, per un massimo del 30 per cento, su case con unico occupante o stagionali.

Inoltre, Palermo è una di quelle città in cui la raccolta differenziata non ha ancora raggiunto il 65 per cento, quota individuata dal decreto Ronchi, e che per questo paga una penalità quando porta i rifiuti in discarica. Un aumento della differenziata, negli anni, potrebbe alleviare così il peso sulle spalle dei contribuenti. In quei comuni dove, invece, si è passati alla Tia e al porta a porta, la Tares verrà corrisposta in base al numero effettivo dei sacchetti di immondizia prodotti. Secondo le stime della Uil, si tratterà di una stangata da 80 euro in più (rispetto ai 225 del 2012) a famiglia per un totale di 1,9 miliardi.

Non dovrebbe cambiare comunque nulla per l’Amia: la Tarsu già copre al 100 per cento il contratto di servizio il cui eventuale aumento sarà coperto da altre fonti di bilancio, come già individuato nella manovra pluriennale approvata nel 2012. Inoltre, la legge da ora in poi vincolerà parte dei proventi della Tares, legando così le mani a quei comuni che fino ad ora utilizzavano il gettito per finanziare altre voci di spesa.

“Nel fare una stima approssimativa, ma molto vicina alla prossima realtà, Confcommercio ha registrato percentuali iperboliche di incremento della tassazione – diceva già un mese fa Roberto Helg, presidente di Confcommercio Palermo – che in una situazione economica come quella attuale avranno certamente effetti devastanti sulle imprese”.

Dalle elaborazioni Confcommercio emerge un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% a livello nazionale e per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%, come per la ristorazione, o addirittura al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche. Secondo queste elaborazioni, ristoranti e pizzerie avranno una maggiorazione del 550 per cento, pescherie e ortofrutta del 620 per cento, discoteche e pub del 650 per cento, alberghi con ristorante del 250 per cento.

“Il regolamento che gli uffici stanno predisponendo – dice Paolo Caracausi, presidente della Seconda commissione – deve tenere conto di agevolazioni a favore di chi contribuisce alla crescita della differenziata che ci vede lontani dalla percentuale minima per risparmiare la penalità che ci viene inflitta dal decreto Ronchi. La commissione consiliare da me presieduta proprio oggi ha incontrato alcuni imprenditori che ci proponevano nuovi sistemi di differenziazione dei rifiuti ed in particolare il trattamento dell’umido. È necessario che i cittadini vengano invogliati e non solo penalizzati da solo tasse che non si trasformano in servizi”.

 


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